Picchiano e rapinano carabiniere in discoteca, due ventenni a processo

Tribunale
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 20:00
Picchiano e rapinano allievo maresciallo dei carabinieri e poi cercano di depistare le indagini fingendo che ci sia stata una violenza sessuale, al via il processo per due dei tre imputati. Il terzo ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato ed è stato stralciato dal procedimento portante. Si tratta dell’ultimo ragazzo arrestato, quello che si era rifugiato in Lussemburgo per evitare guai con la giustizia. 
A processo ieri davanti al collegio del Tribunale di Viterbo i due ventenni di Manziana, ristetti ai domiciliari, che la notte del 30 gennaio scorso nella discoteca i Cigni a Caprarola aggredirono un giovane militare fratturandogli il naso, spezzandogli due denti e rubando portafoglio e telefono. E dopo averlo picchiato selvaggiamente nel parcheggio del locale notturno si sarebbero vantati delle loro azioni: «Comunque er sogno de tutti ho realizzato… menà non a una semplice guardia ma a un maresciallo». I due imputati sono accusati di rapina e lesioni aggravate. 
Quella notte di fine gennaio il giovane allievo maresciallo, di appena 19 anni, era uscito per concedersi una serata di svago e durante la serata in discoteca ha incontrato una ragazza minorenne. I due avrebbero iniziato a scambiarsi baci e tenerezze. Dalle effusioni nel locale poco dopo sono passati a scambiarle nel parcheggio. La ragazza però aveva un ex particolarmente geloso che quella sera si trovava nello stesso locale e non vedendola in pista ha iniziato a cercarla con gli amici. Appena avvistata ha chiamato a raccolta il suo gruppo e ha organizzato in un lampo una spedizione punitiva. Il giovane maresciallo in pochi minuti si è trovato accerchiato da ragazzi arrabbiatissimi che lo hanno colpito a turno, facendogli saltare due denti e spaccandogli il naso con un pugno. Non contenti gli avrebbero preso portafogli e cellulari ed qui che avrebbero scoperto che la vittima era un carabiniere. Per coprire le loro tracce avrebbero inscenato che erano lì per salvare la ragazza che poteva essere stuprata dal militare. Mentre la vittima era ancora a terra i due indagati avrebbero iniziato a dire: «Ti ha stuprata? Ti ha stuprata». Versione che avrebbero continuato a fornire anche durante le indagini. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Delle Monache. I primi testimoni saranno ascoltati a novembre.
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