Non riesce a fare una videochiamata dal carcere e si scaglia contro un agente, detenuto dell’alta sorveglianza patteggia 6 mesi di carcere. Nuova condanna, seppur esigua, per Andrea Mancuso. Il ventenne siciliano - condannato nel 2021 per mafia nel blitz dei carabinieri contro boss e gregari delle famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen - dopo essere stato recluso nel carcere di Viterbo ha avuto un pesante scontro con la polizia penitenziaria. In particolare nel 2022, dopo non essere stato autorizzato a una videochiamata con i parenti, si sarebbe scagliato contro un agente procurandogli ferite.
Per il giovane arrivò immediata una nuova doppia accusa: lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. E un trasferimento. Dopo quell’episodio infatti il ventenne siciliano fu trasferito, in regime di alta sorveglianza, dal carcere di Viterbo a quello di Rovigo. Dove continua a scontare 13 anni di carcere per associazione mafiosa. Mancuso, secondo l’accusa, sarebbe stato un affiliato del clan di San Lorenzo.
Ai 13 anni che sta scontando si sommano i 6 mesi di condanna di ieri mattina. L’imputato ha infatti richiesto di poter patteggiare la pena, beneficiando di un notevole sconto di pena. «E’ stato un momento critico - ha spiegato il difensore - e durante la direttissima ha subito chiesto scusa. Si è reso conto di aver esagerato. Chiedo quindi in accordo col pubblico ministero un patteggiamento». L’imputato presente in aula virtualmente, era infatti collegato in video dal carcere di Rovigo dove continuerà a scontare il cumulo di pene.
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