Mense, troppo poche nelle scuole della Tuscia: a Viterbo meno di un istituto su 5 offre il servizio. Meglio Vetralla e Montalto

Mense, troppo poche nelle scuole della Tuscia: a Viterbo meno di un istituto su 5 offre il servizio. Meglio Vetralla e Montalto
di Renato Vigna
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:00


Poche, troppo poche per garantire l’accesso al tempo pieno a tutte le famiglie che lo vorrebbero. Ma non solo: le conseguenze della carenza di mense nelle scuole nella Tuscia sono anche altre, come rivelano i dati elaborati da Openpolis.
Innanzitutto, il quadro generale In media, in Italia un istituto su tre dispone di spazi per il pranzo degli alunni, con una percentuale del 34,5%. Nell’Italia meridionale, l’area del Paese dove l’offerta di mense scolastiche è minore, la deprivazione alimentare incide di più tra bambini e ragazzi. Significa che nelle regioni con meno mense vivono anche più minori che non consumano almeno un pasto proteico al giorno. Il fenomeno non coinvolge solo la mancanza di cibo, ma una pluralità di fattori: dalla povertà economica delle famiglie alla prossimità dei servizi, dall’educazione alimentare al rapporto tra qualità e prezzi dell’offerta disponibile.

Questa tendenza era già emersa prima della pandemia. Dati più recenti, provenienti dal rilascio degli indicatori sulle condizioni di vita dei minori, lo confermano anche nel post-Covid. Non solo: il fenomeno della povertà alimentare, secondo gli esperti, non riguarda solo il sud: colpisce comunque un’ampia parte del Paese. Proprio nel Mezzogiorno poco più di un edificio scolastico su 5 ha la mensa. In particolare il 22,1% di quelli del sud continentale e il 21% nelle isole. A fronte di una media di circa 1 edificio su 3 dotato di mensa in Italia, la quota scende al 21,8% in Calabria, al 15,6% Campania e al 13,7% Sicilia.

Valori nettamente superiori si riscontano invece nelle regioni dell’Italia centrale (41,3%) e settentrionale (43,2%). Con una sostanziale differenza in quest’ultimo caso tra nord-ovest (47,8%) e nord-est (36,5%). Nel Lazio una scuola su 4 ha la mensa.

Approfondendo in chiave locale, tra le città capoluogo Alessandria è il comune con la dotazione maggiore di mense: 76,7%, pari a oltre 3 edifici su 4. Poco sotto il 70% Como (69,1%), mentre superano il 60% Torino, Monza, Biella, Prato, Vercelli e Savona. Nella Tuscia, Viterbo non brilla: nel capoluogo sono presenti 41 edifici scolastici statali di cui appena 7 hanno una mensa, ovvero una percentuale del 17,07%. I dati degli altri capoluoghi laziali? A Rieti va peggio che con 46 scuole, di cui 5 con servizio di refezione, pari al 10,87%. Frosinone è allineato: 39 plessi, di cui 7 con mensa, pari al 17,95%. Maglia nera a Latina: 22 istituti e nessuna possibilità di pranzare. Fa risalire la media regionale Roma: 1067 scuole nel comune, di cui 251 con mensa, pari al 23,52%.

Nel resto dei centri più popolosi della Tuscia, luci e ombre: a Montefiascone solo il 14,29% delle scuole ha una mensa; a Civita Castellana nessuna; a Tarquinia il 16,67% mentre emergono in positivo i dati di Vetralla e di Montalto di Castro dove la metà degli istituti offre il servizio.

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