Le Metamorfosi di Enrico Lo Verso, domani a Viterbo: «Mi ricordano le piccole storie che sembrano favole»

Le Metamorfosi di Enrico Lo Verso, domani a Viterbo: «Mi ricordano le piccole storie che sembrano favole»
2 Minuti di Lettura
Sabato 19 Gennaio 2019, 15:20 - Ultimo aggiornamento: 15:37
«Sono le piccole storie, le favole a farci sentire vivi: ci tengono attenti, poi ci distraggono e ci danno sempre qualcosa su cui riflettere. Per questo porto sul palco uno spettacolo a cui tengo particolarmente, perché mi ricorda le storie che mi raccontavano mia madre e mio nonno da bambino». Enrico Lo Verso è in viaggio verso Viterbo. Il popolare e amatissimo attore sarà domani, alle ore 18, al Teatro Caffeina con “Metamorfosi”, una performance completa fra musica, danza e sorprese. Con l’arrivo sulla scena di Annalisa Canfora, direttrice artistica della stagione teatrale a Via Cavour.

«Ovidio ci mette davanti storie piccole che sembrano favole - osserva Lo Verso - e come tutte le favole raccontano un fattarello, una vicenda che pare innocua e che in realtà ci insegna: come Cappuccetto rosso che impara a non entrare nel bosco, o i bambini piccoli a cui diciamo non accettare le caramelle dagli sconosciuti. Sono piccole frasi, piccole storie, versi di tenerezza», racconta l’attore. Impegnatissimo in un tour che sta facendo registrare il tutto esaurito in teatri, grandi e piccoli, di tutta Italia.

«Penso spesso al percorso che ha avuto la musica - riflette Lo Verso - : dopo il cd è arrivato il digitale e anche gli artisti musicali hanno iniziato a cambiare il proprio approccio ai live. Credo che il teatro sia rimasto l’unico luogo, e per questo abbia preso un posto molto definito nell’esperienza artistica contemporanea, in cui è possibile incontrare e condividere un’esperienza con persone tendenzialmente sconosciute: penso che abbia occupato lo spazio che una volta era riservato alle grandi adunate della musica dal vivo».

Proprio per questo investire sul teatro ha a che fare con l’amore per l’arte e per i territori. «Nei nostri giri incontriamo due tipi di sale che mi mostrano una differenza tangibile. Ci sono teatri di capoluogo e di piccoli centri - dice l'attore - dove la gestione, a volte da parte di artisti a volte da parte di amministrazioni, cerca incessantemente di tessere un rapporto continuo con la propria gente. Sono queste le sale che hanno guadagnato credibilità, lavorando con amore e che registrano il sold out continuo, con persone che rimangono fuori dalla porta non riuscendo a entrare, o staff che si inventano modi per far assistere proprio tutti alle stagioni teatrali che hanno costruito».

Segnali che vanno accolti e valorizzati. «Abbiamo imparato che è proprio questa cura e questa attenzione per il territorio a fare la differenza: noi portiamo una percentuale minima di valore aggiunto - conclude Lo Verso - il resto lo fa il lavoro appassionato dei gestori della sala, molto spesso attori, che cercano di tenere alta l’importanza e la passione verso il teatro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA