Esplosione al centro migranti, la verità nei telefoni

Il centro distrutto
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Sabato 9 Marzo 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 10:59
Esplosione al centro di accoglienza di San Lorenzo Nuovo, l’allarme è stato inascoltato? La domanda potrebbe presto avere una risposta certa. La Procura ha infatti deciso di fare accertamenti tecnici sui telefoni sequestrati per stabilire se, corrisponde al vero, che quella sera prima dell’esplosione sono state fatte delle telefonate per lanciare l’allarme sulla fuga di gas. Le vittime, ascoltate dagli investigatori e assistiti dall’avvocato Angelo Di Silvio, avrebbero ribadito più volte di aver chiamato per informare i responsabili. Ma nessuno si sarebbe fatto vivo. Lasciando la struttura nel pericolo e 31 migranti a rischio. 
Al momento sul registro degli indagati ci sono tre nomi: quelli delle due operatrici del centro e quello di Domenico Ciuchini, proprietario dell’immobile. 
Ma l’inchiesta non è ancora chiusa e presto potrebbero aggiungersi anche altri nomi. Per accertare le responsabilità la pm Paola Conti sta continuando a esaminare documenti e testimonianze. Al vaglio diverse posizione, tra cui quelle dei responsabili del centro di accoglienza. Ma soprattutto la titolare del fascicolo per disastro colposo sta attendendo il deposito della perizia dell’ingegnere Roldolfo Fugger. Il professionista, incaricato dalla Procura, ha avuto il compito di accertare le cause dell’esplosione. La sue parole saranno fondamentali per chiudere l’indagine e scrivere tutti i nomi sul registro degli indagati. 
L’esplosione è avvenuta venerdì 10 novembre in località Metata, zona industriale di San Lorenzo Nuovo. Qui, tra frantoi e aziende agricole vivevano 31 migranti, ospiti del centro di accoglienza gestito dalla Ospita srl e realizzato in una struttura privata. Al momento la causa più probabile della violenta esplosione resta quella della stanza satura di gas che per una minima scintilla è esplosa distruggendo qualsiasi cosa, compresa la piccola azienda affianco all’immobile. La violenta esplosione avrebbe causato un’onda d’urto in grado di travolgere qualsiasi cosa, dai muri alle persone. Il gas sarebbe arrivato tramite un tubo collegato a un bombolone esterno. Trovato dai vigili del fuoco proprio nelle pertinenze esterne della palazzina. 
Gli elementi a sostegno di questa ipotesi investigativa sono i reperti trovati sulla scena ma anche le ferite riportate dalle vittime, che non sarebbero compatibili con l’esplosione di una bombola del gas posizionata all’interno dello stabile. 
La relazione dell’ingegnere Fugger potrebbe far allungare la lista delle persone iscritte sul registro degli indagati.
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