Disabile prigioniero in casa, ci pensa il Comune: al lavoro per trovare una soluzione

Disabile prigioniero in casa, ci pensa il Comune: al lavoro per trovare una soluzione
di Simone Lupino
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Giovedì 17 Novembre 2022, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 19:40

Prigioniero della casa popolare, in azione per cercare di aiutare Luca il Comune di Montalto di Castro. Sul caso è prevista stamani una riunione tra la sindaca Emanuela Socciarelli, l’assessore a Servizi sociali Annamaria Fabi e l’assistente sociale del Comune. Socciarelli garantisce il “massimo impegno da parte dell’amministrazione per arrivare a una soluzione”. Dall’Ater, l’azienda per l’edilizia residenziale pubblica, al momento non arrivano dichiarazioni. Ma il tempo stringe. Luca ieri è stato ricoverato in ospedale perché deve operarsi di nuovo. Dopodiché tornerà a casa, ma dovrà seguire un lungo ciclo di terapie, più volte a settimana, in una struttura ad hoc. Come potrà spostarsi per le cure di cui ha bisogno senza montascale?

La storia di Luca Lucidi sta suscitando clamore: 46 anni, gravemente invalido, non può uscire di casa perché la palazzina dove abita è priva di montascale. Ci troviamo alla periferia di Montalto, in un complesso di case che affaccia su una grande piazza. Ad agosto 2021 Luca e i suoi genitori, Giulio e Margherita, supportati dal Sicet (Sindacato inquilini casa e territorio), scrissero all’Ater di Viterbo per chiedere l’installazione del macchinario. Luca infatti vuole passare un po’ di tempo all’aria aperta e incontrare gli amici: “Io devo uscire”, il suo grido. Ieri, giorno del nuovo ricovero, lo hanno dovuto mettere su una sedia, sollevarlo di peso e portarlo in 4. Alle richieste della famiglia Lupidi l’Ater rispose che non ci sono fondi.

Poi un silenzio che dura da più di un anno, nonostante mail e telefonate.

I genitori di Luca hanno preso contatti con il Comune di Montalto, sperando tramite l’amministrazione di ottenere qualche notizia in di più dall’Ater. Ma anche il Comune ha potuto poco. “19 ottobre – racconta Socciarelli - la famiglia di Luca ha esposto il problema all’assistente sociale, da quel momento ci stiamo muovendo per cercare di trovare una soluzione. L’assistente sociale si è attivato per contattare l’azienda. Ha chiamato più volte senza però riuscire a parlare con nessuno. Oltre al montascale, la famiglia di Luca aveva chiesto informazioni di altra natura, che l’assistente sociale è riuscito ad ottenere di recente e che a breve avrebbe comunicato loro”.
In un tentativo disperato, anche la sindaca ieri si è attaccata al telefono, ma alla fine per una ragione o un’altra neanche lei è riuscita a parlare con un responsabile.

Di sicuro però una soluzione per la famiglia di Luca è esclusa a priori: quella di trasferirsi in altri appartamenti. In questi casi l’Ater propone alla famiglia interessata appartamenti liberi ubicati al piano terra, dove le barriere architettoniche non rappresentano un ostacolo. Ma è dal 1987 che i Lupidi vivono nella loro casa. Per Luca già segnato dai problemi di salute sarebbe un ulteriore possibile trauma.

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