Detenuti armati di scope e lame, agguati agli agenti e risse: sale la tensione a Mammagialla

Mammagialla
di Maria Letizia Riganelli
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Sabato 9 Settembre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 19:13

Detenuti armati di scope e lame, agguati agli agenti e risse. La temperatura e la tensione nel carcere di Mammagialla sembra essere arrivata alle stelle. L’ultimo episodio, di una lunga serie, è avvenuto giovedì pomeriggio quando alcuni detenuti, armati di manici di scopa e lame rudimentali, nella sezione A al terzo piano del penitenziario viterbese avrebbe dato aggredito altri ospiti del penitenziario.

Nella colluttazione, che ha portato all'urgente chiusura delle stanze per contenere i facinorosi, ci sarebbero stati dei feriti che sono dovuti ricorrere alle cure mediche. L'Unione sindacati di polizia penitenziaria tramite il suo segretario regionale Daniele Nicastrini, in una lettera indirizzata, in primis, al provveditore regionale Maurizio Veneziano segnala: «La gravità in cui versa il carcere di Viterbo, già rappresentata in più occasioni attraverso anche comunicati stampa, che non trova alcuna soluzione da parte dell’amministrazione penitenziaria». A Mammagialla nei giorni scorsi non ci sarebbe stata solo la rissa.

«Sembrerebbe - continua l'Uspp - che addirittura nella notte, per non aver voluto rientrare nelle loro stanze all’orario di chiusura prevista per le 19, i detenuti abbiano voluto passare la notte nella saletta della socialità in comune». E ancora. «La settimana scorsa, stesso piano e sezione, un agente è stato aggredito alle spalle con schiaffi ripetuti sulla testa senza alcun motivo, se non per aver sollecitato la chiusura dei detenuti per effettuare la conta della sezione.

Agente che, per mancanza di personale, aveva già provveduto alla chiusura dell’altra sezione dello stesso piano.  Altri casi simili nelle precedenti settimane. Addirittura, a quanto sembra, un neo agente assunto si è licenziato per la grave situazione a cui si è trovato».

L'Uspp nella lunga lettera di denuncia - spedita al provveditore regionale Veneziano, al magistrato di sorveglianza, al prefetto Antonio Cananà, al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, alla direzione generale dei detenuti del trattamento e al direttore della casa circondariale di Viterbo - denuncia anche le mancanze del carcere e soprattutto il sovraffollamento: «Il reparto D1 - conclude il segretario regionale dell’Uspp Daniele Nicastrini - dove stanno accadendo troppi fatti violenti oggi ospita circa 300 detenuti, rispetto ai 620 detenuti presenti di varie nazionalità estere, un reparto isolamento con circa 25 detenuti al massimo della capienza, per impossibilità di locazione nelle sezioni comuni al fine di preservare anche la loro incolumità fisica».

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