Il Comune di Viterbo mette in campo un team di legali per realizzare il prolungamento stradale Poggino-Fiera. Un supporto giuridico-amministrativo agli uffici. Il progetto prevede infatti per circa 48 proprietari l’esproprio dei terreni localizzati lungo il tracciato: 1,5 chilometri molto frazionati al loro interno. L’incarico è stato affidato nei giorni scorsi a uno studio della capitale per un importo di 26 mila euro.
Il tempo stinge. La strada dovrà essere realizzata entro il primo semestre del 2025, secondo il nuovo crono programma dettato da Palazzo Chigi che aveva finanziato l’opera. E gli espropri rischiano di andare per le lunghe."Per un numero così elevato di procedimenti, sussistono questioni giuridiche di natura complessa, oltre alla concreta probabilità di instaurazione di contenziosi giudiziari”, dice il Comune. Occorrono quindi “conoscenze legali specialistiche che travalicano quelle riconducibili alle normali competenze riferite al personale dell’ufficio espropri dell’ente, che non è dotato di personale con profilo giuridico-amministrativo, né l’ente è dotato di un ufficio avvocatura interna”.
Il prolungamento di via dell’Industria era inserito tra le opere del vecchio piano periferie (“Viterbo: da vetus urbs a modern city”) finanziato con 17 milioni di euro dal governo Gentiloni, all’epoca del sindaco Leonardo Michelini.
L’intervento prevede la realizzazione del prolungamento del viale centrale della zona artigianale-industriale, che attualmente si ferma a metà della stessa, arrivando in direzione nord presso gli immobili della Fiera di Viterbo e collegandosi attraverso una rotonda e un tratto trasversale alla Cassia. L’opera, recitava il primo studio, “riveste un’importanza strategica sia per il completamento della viabilità della zona industriale che per il rilancio della Fiera di Viterbo che avrebbe una viabilità preferenziale e diretta con la città evitando sovraccarichi di traffico sulla Cassia”.