Completamento trasversale Orte-Civitavecchia in attesa del Tar: «Il vero scempio è non finirla»

Completamento trasversale Orte-Civitavecchia in attesa del Tar: «Il vero scempio è non finirla»
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 11 Dicembre 2018, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 16:51
Ci si gioca tutto prima di Natale. Trasversale Orte Civitavecchia, sono giorni cruciali: il destino dell'infrastruttura si delinea adesso. Giovedì ci sarà l'inaugurazione del tratto fino a Monte Romano, ma soprattutto il 19 è attesa la sentenza del Tar sul ricorso di alcune associazioni ambientaliste, avanzato perché l'opera deturperebbe la valle del Mignone. Associazioni di categoria e sindacati sono invece a favore: Ance, Cna, Confartigianato e Uil sperano si vada avanti. E in fretta.

Tutti positivi i commenti sull'ordine del giorno presentato dal deputato Mauro Rotelli (FdI), che impegna il governo a mettere in cassaforte i 472 milioni per gli ultimi 18 chilometri. E ad accelerare sulla realizzazione. Resta però la spada di Damocle: il Tar. «Vediamo se accetterà il ricorso o meno dice Andrea Belli, presidente dell'Ance ma noi speriamo che lo rigetti. Non è possibile che poche persone possano bloccare opere fondamentali per la collettività. La trasversale va fatta, lasciarla a Monte Romano sarebbe uno scempio economico, non avrebbe senso non finirla». Massimo rispetto per le associazioni ambientaliste, «ormai però la decisione è stata presa e va portata a termine, se no vuol dire che viviamo nel paese delle incompiute. E poi diamo merito alle imprese che hanno finora rispettato i tempi di realizzazione».

Bloccare l'infrastruttura? «Sarebbe grave spiega Luigia Melaragni, segretaria Cna di Viterbo e Civitavecchia perché significherebbe lasciare l'opera incompiuta. Servirebbe infatti un progetto alternativo. Se il ricorso non venisse accettato i tempi sarebbero già lunghi, con l'accoglimento vorrebbe dire ricominciare tutto daccapo: servirebbero anni». In caso il Tar lo bocciasse, secondo la Cna «i lavori dovrebbero proseguire senza aspettare l'esito del Consiglio di Stato».

Fare lobby come per portare l'alta velocità alla stazione di Orte: questa la richiesta di Confartigianato. Occorre «spendersi allo stesso modo commenta il segretario Andrea De Simone affinché si arrivi quanto prima al completamento. Mancano solo pochi chilometri per l'uscita della Tuscia dall'atavico isolamento infrastrutturale che la contraddistingue». Intanto, «un plauso va a Regione e Anas che con i lavori sono state nei tempi, consegnando i quasi 7 chilometri del tracciato in poco più di due anni».

Sul fronte sindacati, per la Uil Giancarlo Turchetti è nettissimo: «Se il ricorso viene accolto è finita: non si farà più niente. Vuol dire che quel tracciato viene completamente annullato: visto che non si può più fare neanche il tracciato rosso, avremmo buttato 40 anni e tanti soldi». L'ambiente va rispettato, «ma non ci sono soluzioni alternative. E' vero che Anas ha detto che ricorrerà al Consiglio di Stato, questo significherebbe comunque stare fermi 5 o 6 anni. E nel frattempo i fondi verrebbero dirottati su altre infrastrutture. In pratica conclude Turchetti non muore la strada: muore Viterbo».
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