«L’ultima graduatoria – spiega Zoncheddu – è stata rinnovata da poco. Tra le aree assegnate, ce ne è una per la comunità ortodossa, una per l’Emporio solidale, un’altra per un gruppo di nonni e nipoti. Le restanti sono state affidate a famiglie fragili, madri con figli disabili. Quello che come Caritas offriamo in più rispetto agli orti condominiali o comunali è l’attività di supporto: se un ortista non può perché magari è malato, interviene un nostro volontario ad occuparsene fino al suo ritorno».
Con la fase 2, poco è cambiato invece alla mensa don Alceste Grandori. «Con l’allontanamento dei migranti nei mesi scorsi, abbiamo perso presenze: i numeri ora sono costanti», continua. Lavora invece a pieno regime il nuovo dormitorio nel monastero di Santa Rosa: 13 le presenze attuali con 2 richieste in attesa. I nuovi arrivati, visti i protocolli introdotti a seguito del Covid-19, per 48 ore stazionano in una stanza singola per poi essere spostati nelle doppie.
Le donazioni continuano: dopo il boom registrato sotto Pasqua, la solidarietà prosegue, sia da privati cittadini sia da aziende. «Proprio in questi giorni – racconta Zoncheddu – un’azienda biologica, Il Pulicaro di Torre Alfina, ci ha donato 6.400 uova biologiche. Gliele avevano ordinate ma non sono passati a ritirarle, allora il proprietario ha preso il pullmino e ce le ha portate a Viterbo».
Cibo e lavoro si confermano le due emergenze del momento. Sul primo fronte, un aiuto arriva dal progetto “Be Food”: un capannone della diocesi alla Quercia è stato dato in comodato d’uso al Banco Alimentare di Roma, ed è diventato punto di snodo delle donazioni per tutto il lazio Nord. Sono 58 i centri accreditati di distribuzione dei prodotti targati Ue e delle eccedenze alimentari, tra le diocesi di Viterbo, Civita Castellana e Rieti. Ma la Caritas è impegnata anche per l’occupazione: la seconda edizione di “Terra degli uomini” è operativa e punta a inserire 15 lavoratori in aziende agricole convenzionate con un incentivo di 500 euro. In due giorni, le candidature sono arrivate a 43.
L’obiettivo è aumentare i fondi per allargare la platea e ripetere il progetto nel settore del piccolo artigianato e del commercio: «Abbiamo chiesto un finanziamento, vogliamo scongiurare licenziamenti nelle botteghe che ancora resistono», conclude Zoncheddu.
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