I dati in possesso della Cisl dimostrano quanto il reddito di cittadinanza nella Tuscia abbia influito sulla vita quotidiana di migliaia di persone in difficoltà. Tra aprile e dicembre 2019, ovvero all’esordio della misura di sostegno economico per i meno abbienti, in provincia a presentare la richiesta sono stati 8.583. Nel 2020, si sono aggiunte altre 7.553 domande, scese a 5.792 nel 2021. Un rialzo è stato invece registrato nel 2022 quando le nuove richieste sono salite a 6.774. Decisamente più contenute le istanze presentate tra gennaio e giugno dell’anno in corso, ferme a 2.429.
Per avere un quadro di quanti siano, rispetto alle richieste, gli assegni effettivamente elargiti ci sono i dati di giugno 2023.
Sommando i dati delle due forme di aiuto, nella Tuscia il totale delle famiglie che a giugno ancora beneficiavano dell’aiuto erano 4.913 per 8.655 cittadini coinvolti. La media dell’assegno tra reddito di cittadinanza e pensione era di 530,21 euro.
Diverso il discorso di quanti negli anni, oltre al sussidio economico sono stati protagonisti di un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale (ad esempio, attività di servizio alla comunità), per la riqualificazione professionale o il completamento degli studi. Attività che sono transitate tramite i centri per l’impiego della Tuscia: a Viterbo i patti per il lavoro siglati dai percettori del reddito sono stati 476 nel 2019, 217 nel 2020, 862 nel 2021, 450 nel 2022 e 130 da gennaio al 31 luglio 2023; a Civita Castellana i numeri registrati sono rispettivamente 239, 280, 343, 682 e 210 per l’anno in corso; a Tarquinia, infine, 159, 178, 202, 211 e 60 nei primi sette mesi del 2023. In totale, quindi, in quattro anni sono 4.699 i cittadini riqualificati tramite un corso di formazione, che hanno trovato un impiego tramite i canali aperti per i percettori del sussidio o che, più semplicemente, sono stati coinvolti nelle politiche attive del lavoro.