Cosa succede quando muore un eroe? E se quell’eroe è proprio Batman, chi prenderà il suo posto come vigilante nelle notti corrotte di Gotham? Siamo volati a Montreal, nei Warner Bros Games Studios e ad accoglierci all’ingresso degli studios, due piani all’interno di una palazzina nel centro di Montreal, con vista sui “rivali” della Ubi Soft Games, è proprio il grande assente di Gotham Knights: Batman. Una statua di due metri campeggia all’ingresso, ma quel volto minaccioso non ci ferma, anzi, ci accoglie in una tana dove ogni nerd, e geek, si sente a casa. Tra le postazioni, dotate di computer di ultima generazione, sbucano fumetti dappertutto, anche dalle pareti. Fonte di ispirazione primaria per modellare i personaggi che dovranno prendere la pesante eredità dell’Uomo Pipistrello. I prescelti per tale compito sono quattro in Gotham Knights: Batgirl, Red Hood, Nightwing e, proprio lui, Robin. «Non ci sperate, Batman è davvero morto». Ci accoglie così Patrick Redding, il direttore creativo, mentre sorseggia un cappuccino con il simbolo del pipistrello impresso nella schiuma. È proprio questa la premessa che da vita a una nuova sfida: reinventare un franchise consolidato. «Abbiamo sconvoltp lo status quo» prosegue Redding, «I criminali prendono il sopravvento, la polizia vuole affermare la propria identità, questi quattro giovani supereroi, hanno perso il loro mentore, e ora devono diventare i cavalieri di Gotham». (Servizio a cura di Eva Carducci)
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