Papa Francesco e la mission green sul Clima, l'assist all'Onu per salvare gli accordi di Parigi

Venerdì parte per gli Emirati, l'infiammazione polmonare è sotto controllo

Papa Francesco e la mission green sul Clima, l'assist all'Onu per salvare gli accordi di Parigi
di Franca Giansoldati
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Martedì 28 Novembre 2023, 17:03

L'infezione polmonare è in via di guarigione, domani è prevista l'udienza generale al chiuso, nell'Aula Paolo VI, e poi venerdì Papa Francesco partirà come era in programma per una missione cruciale negli Emirati: aiutare l'Onu a salvare l'accordo sul clima. L'autore dell'enciclica green Laudato Sì e dell'esortazione apostolica, Laudate Deum avrà tre giorni pieni di incontri bilaterali, tra leader religiosi e capi di Stato. In tutto una trentina di colloqui. Al suo arrivo al vertice della COP28 verrà accolto dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. 

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La lista degli incontri bilaterali del Papa non è ancora completamente definita ed è in continuo aggiornamento. Gli Usa e la Cina, i due grandi paesi inquinatori che continuano ad adottare misure meno severe (ma economicamente più vantaggiose)  manderanno propri delegati ma senza impegnare i rispettivi presidenti, Biden e Xi. Un pessimo segnale. Papa Francesco farà un ampio discorso alla Cop28, in programma alle 9.15 di sabato e poi si dedicherà interamente ai colloqui con i Capi di Stato presenti. «Non si tratterà solo di incontri politici, anche se il tema della crisi climatica è esso stesso politico - ha spiegato Matteo Bruni, portavoce della Santa Sede -. Per quanto riguarda la lista degli interlocutori, c'è stata dapprima una disponibilità manifestata dal Papa a effettuare incontri sul posto e quindi una raccolta di richieste di chi volesse avere il colloquio con lui». Al momento, non è ancora confermato se il Pontefice vedrà Giorgia Meloni o Emmanuel Macron, entrambi presenti quel giorno. 

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«Ci sono Paesi che vivono il cambiamento climatico in prima istanza e hanno fatto richiesta di incontrare il Papa», ha sottolineato Bruni.

Per quanto riguarda poi gli argomenti degli incontri, «il motivo per cui il Papa va lì è il cambiamento climatico , un tema che si intreccia a tanti altri, che si intreccia al tema della guerra, ai tanti conflitti africani, ad alcuni confitti in Asia, e anche in Europa. Bisognerà vedere, a seconda degli interlocutori, quali temi affrontare con l'uno o con l'altro». La mattina di domenica 3, ancora alla Expo City, Francesco parteciperà alla cerimonia di inaugurazione del 'Faith Pavillion' (Il padiglione delle fedi), accolto dal presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan e dal grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb (con cui nel febbraio 2019 ad Abu Dhabi aveva firmato lo storico Documento sulla Fratellanza umana).

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Lì è previsto che il Papa co-firmerà un altro documento sull'impegno delle fedi per la cura del creato, frutto del recente convegno dei leader religiosi sul tema ambientale. Entrambi i discorsi del Papa saranno pronunciati in spagnolo.

In questo suo secondo viaggio negli Emirati il Papa non alloggerà nella Nunziatura apostolica, che si trova ad Abu Dhabi, quindi più distante, ma in un resort a cinque stesse a Dubai, messo a disposizione dal governo, in cui potrà disporre di una villa (fra le 138 comprese nella struttura). Per quanto riguarda la salute del Pontefice, la conferma del viaggio indica che lo stato influenzale e l'infiammazione ai polmoni non danno troppo preoccupazioni. «Al momento non sono previsti accorgimenti particolari - ha risposto Bruni alle relative domande -. Ci sono come sempre un medico e un infermiere che seguono il Papa. Si vedrà sul momento se qualcosa potrà cambiare e se si renderanno necessarie misure specifiche». 

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Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha certamente in agenda un incontro con Papa Francesco. Con il Pontefice - ricostruisce GloboNews - Lula dovrebbe parlare della crisi umanitaria a Gaza e del processo di pace in Medio Oriente. Il capo dello stato brasiliano approfitterà dell'incontro per invitare Santo Padre alla Cop30 che si svolgerà a Belem, nello stato brasiliano di Parà, nel 2025. 

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La Cop28 di Dubai si inserisce nel solco dell'impegno assunto dai leader mondiali in occasione della Cop21 parigina del 2015, sulla necessità di limitare la crescita della temperatura media globale a un massimo di 2 gradi centigradi, alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. L'intenzione, sulla carta, è amplificare gli sforzi per raggiungere l'obiettivo di 1,5 gradi Celsius. Tre i macro-temi al centro della Cop28: la mitigazione dei cambiamenti climatici - i leader riuniti proveranno a valutare gli sforzi sinora compiuti per ridurre le emissioni di CO2 -, l'adattamento ai cambiamenti climatici e, infine, il tema del finanziamento da 100 miliardi di euro l'anno che le nazioni più ricche dovrebbero destinare ai paesi in via di sviluppo per assisterli nel loro percorso verso di riduzione delle emissioni e di gestione del cambiamento climatico. 

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La delegazione della Colombia che parteciperà alla COP28 proporrà, per rafforzare quanto ottenuto nell'Accordo di Parigi,  lo scambio di debito da parte dei Paesi in via di sviluppo per azione climatica. Vale a dire la progressiva riduzione dell'uso dei combustibili fossili e delle emissioni di gas serra in una specie di 'road map' per una transizione energetica equa, in cambio dell'implementazione di un fondo per le perdite e i danni, gestendo risorse sufficienti e aggiuntive che consentano processi di riabilitazione, recupero e ricostruzione degli ecosistemi colpiti dagli impatti dei cambiamenti climatici. 

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