Violenza sulle donne, Vaticano alle strette sul caso Rupnik, il Papa riapre il processo

Violenza sulle donne, Vaticano alle strette sul caso Rupnik, il Papa riapre il processo
di Franca Giansoldati
5 Minuti di Lettura
Venerdì 27 Ottobre 2023, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 19:26

Quando si dice avere i santi in paradiso: un ex gesuita assai famoso e ricco grazie alla sua attività decennale di artista e mosaicista, amico di cardinali e persino di Papa Francesco, cacciato dall'ordine dei Gesuiti poiché riconosciuto responsabile di plurimi abusi sessuali su religiose, è riuscito - non si sa bene come - a farsi annullare un decreto di scomunica a lui comminata dal Dicastero della Fede, restare sacerdote (benché non più appartenente all'ordine fondato da Sant'Ignazio) ed ora essere incardinato in una diocesi slovena che si dice ignara del passato processuale canonico di padre Marco Rupnik. 

Peccato che il caso di don Marko Rupnik, per quanto possa vantare amicizie influenti, sia ormai talmente ingombrante per il Vaticano da essere diventato un caso politico: persino il governo sloveno vuole fare chiarezza in modo definitivo, in un momento storico in cui ovunque (ma evidentemente non in Vaticano) si sta combattendo la violenza sulle donne e la cultura che vi è alla base. Il blog Il Sismografo ha informato per primo che il governo sloveno del Premier Robert Golob ha reagito con estrema durezza alla decisione della diocesi di Capodistria ad accogliere tra il clero - sotto la guida del vescovo Jurij Bizjak – don Marko Rupnik, il quale grazie a questo passaggio da ora può riprendere normalmente il suo ministero sacerdotale. 

Il Papa, visto il clamore del caso, ha deciso di fare esaminare di nuovo alla Congregazione della Fede il caso di padre Marko Rupnik, nonostante fosse già stato condannato con la scomunica (poi misteriosamente cancellata). Con un comunicato Bergoglio «ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo». Una scelta che solleva parecchi interrogativi: una mossa per condannare Rupink e scaricarlo oppure assolverlo visto che ora c'è un nuovo Prefetto al Dicastero della Fede, un bergogliano di ferro, il cardinale Fernandez.

Germania, abbattuta la statua di un cardinale accusato di abusi sessuali: la cancel cultur avanza (e ora investe la Chiesa)

Nel frattempo il Ministero del Lavoro, della Famiglia, degli Affari Sociali e delle Pari Opportunità della Slovenia si sta muovendo.

Il Ministero ha precisato di aver interpellato la Conferenza episcopale slovena sulle ragioni che hanno permesso a Rupnik di tornare in Slovenia a fare il prete. Un gesto ritenuto inopportuno. La risposta è stata puntuale: la Conferenza episcopale non ha autorità sulla materia e la questione dipende esclusivamente dal vescovo che ha preso la decisione. La cosa ancora più imbarazzante è che il governo sloveno ha tolto tutte le onorificenze che erano state concesse a Rupnik in passato.

Abusi, Vicariato contro i Gesuiti e l'ex Sant'Uffizio sul brutto caso Rupnik: «Dubbi sulla scomunica e procedure anomale»

Il vescovo sloveno che ha incardinato l'ex gesuita mosaicista attraverso un comunicato ha riferito di avere accettato Rupnik tra i suoi parroci visto che dal Vaticano e dalla Curia dei Gesuiti non aveva mai ricevuto notizie o dossier su di lui, insomma niente che lo dichiarasse colpevole degli abusi «davanti a un tribunale ecclesiastico o a un tribunale civile».

«Siamo state abusate due volte» lo choc delle donne vittime dell'ex gesuita Rupnik difeso dal Vicariato di Roma

Solitamente, quando un sacerdote viene spostato da una diocesi all'altra, occorre attivare un iter burocratico piuttosto particolareggiato che a volte richiede anni. Secondo il diritto canonico deve essere corredato da «testimonianze appropriate riguardanti la vita, la morale e gli studi del chierico», dal precedente superiore del sacerdote.

Abusi, padre Rupnik è ormai una patata bollente (anche per il Vaticano) e i gesuiti lo cacciano via

In Vaticano nel silenzio imbarazzato di tutte le fonti, si è fatta avanti solo la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori che ha scritto una lettera a tutte le presunte vittime di Rupnik: «Il motivo di questa e-mail è quello di condividere la preoccupazione riguardo il trattamento che Lei, e le altre vittime avete ricevuto durante un processo che sappiamo essere stato estremamente doloroso e frustrante per voi, per le vostre famiglie, per i vostri cari e per una parte importante della Chiesa, riguardo l'ascolto, l'indagine, il seguito, il sostegno e la comunicazione che vi sono stati forniti».

Abusi, il caso Rupnik? Spina nel fianco del pontificato, espulso dai gesuiti ma per il Vaticano resta prete

Rupnik, i cui mosaici decorano chiese e basiliche in tutto il mondo (dal santuario di Padre Pio, al Laterano, fino a Lourdes e al Vaticano) era stato scomunicato nel maggio 2020 per un crimine legato alla confessione (assoluzione di complice). L'ordine dei Gesuiti lo ha espulso quest'estate dopo che diverse donne lo hanno accusato di abusi sessuali, psicologici e spirituali risalenti a 30 anni fa.

Appello dei Gesuiti alle donne abusate da padre Rupnik: «Inviateci le vostre denunce», non si ferma il terremoto in Vaticano

Intanto il gesuita Johan Verschueren a nome dei Gesuiti ha parlato immediatamente con il vescovo di Capodistria, Bizjak, dopo aver appreso che era stato incardinato in Slovenia. «Ho scritto una lettera esaustiva al vescovo sulla situazione e sulle molte denunce o casi che stavamo affrontando, e gli ho chiesto se aveva mantenuto la sua posizione, tesa a incardinare Rupnik, dopo essere stato informato», ha detto Verschueren in una e-mail all'Associated Press. I gesuiti hanno appreso in seguito che il trasferimento era avvenuto nonostante il vescovo fosse a conoscenza di tutto il dossier.

Abusi, Università Pontificia ritira laurea al gesuita Rupnik abusatore seriale di suore: «Indegno» mentre il Vaticano tace

Verschueren ha detto che la sua lettera includeva il riferimento all'unica sanzione canonica subita da Rupnik dopo un verdetto di colpevolezza: la famosa scomunica del 2020 per aver usato il confessionale e assolto una donna con la quale aveva avuto rapporti sessuali. Ma a difesa di Rupnik sono intervenuti a vario titolo e in diversi momenti diversi cardinali. Per esempio Angelo De Donatis, vicario di Roma che addirittura ha messo in dubbio l'unica punizione del Vaticano del 2020. 

«Smantelliamo le opere d'arte del prete accusato di abusi» dalla Francia parte il movimento che tocca anche il caso Rupnik a Roma

© RIPRODUZIONE RISERVATA