In mostra a Piazza Navona tre tele di El Greco mai uscite prima dalla Spagna, anticipo del Giubileo 2025

In mostra a Piazza Navona tre tele di El Greco mai uscite prima dalla Spagna, anticipo del Giubileo 2025
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Settembre 2023, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 00:09

Tra i più geniali pittori rinascimentali, El Greco (Creta, 1541 - Toledo, 1614) anticipa lo spirito del prossimo Giubileo 2025. E' stato scelto per una esposizione straordinaria e simbolica: tre opere mai uscite dalla Spagna sono visibili al grande pubblico gratuitamente nella chiesa di Sant'Agnese in Agone, a Piazza Navona. Le tele esposte a Roma sono famosissime e potenti: La Sacra Famiglia con Sant’Anna (Toledo, Hospital de Tavera), Il Battesimo di Cristo (Toledo, Hospital de Tavera), Cristo abbracciato alla Croce (El Bonillo, Museo Paroquial). La mostra è stata organizzata dal pro Prefetto del Dicastero vaticano per l'Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella che, oggi pomeriggio, presentandola tra ambasciatori, intellettuali, accademici e tanti turisti che scattavano foto, ha voluto rilevare quanto la cultura al pari della fede sia importante per attraversare l'Anno Santo ormai è alle porte.

Il curatore della mostra, don Alessio Geretti, ha indicato alcune caratteristiche delle tre tele, di cui una – il battesimo di Cristo – un quadro particolarmente imponente, visto che è alto più di quattro metri di altezza «fu commissionata nel 1608 ed El Greco vi ha lavorato fino all'ultimo giorno della sua vita.

E' un'opera potentissima tipica del suo misticismo formale. El Greco, infatti, smaterializza i corpi, allunga le figure come se fossero attraversate da energia pura, come se si squarciasse il sipario del cielo che sembra aperto e quasi al centro tra il padre e il figlio, in una diagonale fa capire che è il cammino spirituale da fare. L'ascesa. Poi ci sono i colori usati e sono pazzeschi. El Greco precede Kandinski, avendo radici bizantine usa i colori secondo una grammatica teologica. E' un pittore geniale, e anche se rimane figurativo è già astratto». 

Il battesimo di Cristo offre anche un orizzonte al prossimo Giubileo perchè è l'apertura di una porta, il modo di vivere un incontro con la forza della grazia, il punto di congiunzione tra il visibile e l'invisibile. «Ed è proprio questa tela che ci racconta come iniziare a prepararci, ci indica il cammino interiore» sottolinea monsignor Fisichella. 

La tela più piccola, quella del Cristo che porta la croce, in realtà - aggiunge il curatore - è quella che parla il linguaggio del dolore e della speranza. «Il tocco di luce viene fatto con due pennellate fini e bianche sulle pupille. Ciò offre a quegli occhi una vita che sembra non spiegabile. Le mani del Cristo sono eleganti e quasi smaterializzate. Un altro particolare è il volto della Vergine nella Sacra Famiglia. E' tra i più bei volti che El Greco abbia mai dipinto. Le radiografie ci hanno rivelato che ha insistito molto sui tratti, in una meticolosità progressiva. La modella era l'unica donna di cui si è innamorato, Jeronima». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA