Il Sinodo si apre con le scintille, il cardinale Burke contro il cardinale Fernandez: «Troppo caos»

Il Sinodo si apre con le scintille, il cardinale Burke contro il cardinale Fernandez: «Troppo caos»
di Franca Giansoldati
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Martedì 3 Ottobre 2023, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 15:06

Più che il Sinodo sulla Sinodalità la grande assise che si apre oggi in Vaticano per certi versi sembra un po' la guerra tra guelfi e ghibellini nell'eterno scontro di chi chiede più aperture e democrazia nella Chiesa e chi, invece, teme che il vento di novità possa stravolgere e deformare per sempre il magistero e la dottrina, arrivando ad una specie di protestantizzazione dei cattolici con l'ala liberal che tenta di fare avanzare una diversa impostazione ecclesiale sicuramente meno romano-centrica. Benedizione delle coppie gay, donne prete, celibato sacerdotale, strutture più democratiche, aggiornamenti alla morale sessuale sono i temi che per un mese affioreranno inevitabilmente a porte chiuse nelle discussioni tra cardinali, vescovi, religiosi, laici arrivati da tutto il mondo per un totale di 474 partecipanti, di cui 365 membri effettivi.

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Tra gli invitati speciali, assieme a suore e teologi c'è anche Luca Casarini, storico leader del movimento no-global e a capo della ong Mediterranea Saving Humans. I giornalisti, per volere di Papa Francesco, sono stati di fatto imbavagliati. Stavolta dovranno accontentarsi di brevi comunicati quotidiani ufficiali, filtrati e purgati a dovere, visto che qualsiasi altro tentativo di informare l'opinione pubblica mondiale è stato liquidato come qualcosa di nocivo, un «pettegolezzo», un «chiacchiericcio politico». Ad aver innalzato il livello di scontro, proprio alla vigilia, sono stati cinque cardinali che sono usciti allo scoperto per chiedere se verrà modificata la dottrina sul sacerdozio femminile e sulle benedizioni alle coppie dello stesso sesso. Il Papa ha risposto loro, tentando di rassicurarli, che il matrimonio è solo per un uomo e una donna e nulla cambierà ma prospettando però spiragli.

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Una sorta di luce verde: «la prudenza pastorale deve discernere bene se esistono forme di benedizione che non trasmettano una concezione errata del matrimonio». Quanto all'ordinazione delle donne prete: «può essere oggetto di studio». Parole di portata storica che hanno fatto accendere ancora di più gli animi tanto che ieri, al teatro Ghione, uno dei cinque cardinali firmatari, l'americano ultra conservatore Raymond Leo Burke, al termine di una lectio sull'immodificabilità delle fondamenta della dottrina cattolica, è andato all'attacco del nuovo custode della fede, il neo cardinale argentino Victor Fernandez: «Bisogna riflettere sulla gravità della situazione se il nuovo Prefetto del Dicastero della fede accusa di eresia e scisma coloro che chiedono al Papa di esercitare il suo ministero petrino e chiarire i dubbi teologici per salvaguardare il depositum fidei».

Poi Burke ha posto una domanda retorica: «Ma a questo punto i comandamenti del decalogo sono ancora validi?» I cinque porporati che hanno avuto l'ardire di uscire allo scoperto, naturalmente, dicono di non essere soli: «con noi ci sono molti vescovi e porporati assai preoccupati di questo stato di confusione e divisione nella Chiesa, ma noi non possiamo pensare che la situazione non sia irreversibile». Altri cardinali hanno cercato di raffreddare il clima. Mario Grech ha spiegato che il super Sinodo ha cercato di coinvolgere il più possibile i cattolici nel mondo in modo da ascoltare la loro voce mentre Agostino Marchetto, il più grande conoscitore del Vaticano II ha ripetuto a chi lo interpellava che «si tratta di un Sinodo e non di un Concilio». Vale a dire di una assemblea non deliberativa ma solo consultiva. Come a dire che alla fine deciderà il Papa e che con ogni probabilità non cambierà nulla in fatto di dottrina anche se da tempo la polarizzazione nella Chiesa è così evidente da aver fatto saltare l'armonia. Praticamente un vaso di Pandora.

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