Città del Vaticano – Era il 1972 quando in Vaticano si disputò il primo campionato di calcio. Da allora il calcio dilettantistico sotto il Cupolone ha preso piede, con entusiasmo sono aumentate le squadre così come i campionati interni, fino ad arrivare alla sede della Federcalcio dove, stamattina, è stata presentata la maglia commemorativa della 'nazionale' del Papa. «Ci piace pensare di essere in relazione alla nazionale italiana, gli Azzurri anche se le nostre dimensioni non ci consentono certo di fantasticare troppo, abbiamo solo 300 iscritti, ma per noi questi 50 anni rappresentano davvero una data significativa. Per la nostra associazione comporta mettere assieme il lavoro quotidiano e uno sport aggregativo come il calcio, portando avanti valori sani. Se non creiamo fraternità perdiamo tutti qualcosa e non vinciamo la partita della vita» ha detto il cardinale Mauro Gambetti, vicario generale per la Città del Vaticano alla cerimonia che si è svolta alla presenza di Gabriele Gravina, presidente della Figc, che a sua volta ha parlato del linguaggio calcistico portatore di bei valori e non solo di aspetti economici.
L'attività della associazione calcistica del Papa formata dai dipendenti della Santa Sede in questi anni si è sviluppata attorno a diversi progetti di beneficenza.
Tra gli appuntamenti più applauditi che i calciatori del Papa hanno portato avanti c'è stata la partita con Il Principato di Monaco, con i parlamentari della Slovenia, della Germania (Wittenberg). Quest'ultima disputata per i 500 anni dalla pubblicazione delle tesi di Lutero per contribuire così al processo di pacificazione tra cattolici e luterani. Poi ancora la partita con le vecchie glorie del Borussia Monchengladbach, mentre in Italia ci sono state tante partite con ospedali, carceri, gruppi della Croce Rossa e dell’Avis. Eventi che hanno permesso la raccolta fondi a favore di organizzazioni e strutture ospedaliere impegnate nella lotta contro malattie particolarmente gravi.