Piccole imprese e partite Iva, dalla Regione
arrivano oltre 14 milioni di euro di ristori

Piccole imprese e partite Iva, dalla Regione arrivano oltre 14 milioni di euro di ristori
di Fabio Nucci
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 08:13

PERUGIA In una fase in cui il sistema produttivo necessita di essere sostenuto anche dal punto di vista economico, la Regione libera risorse per autonomi e imprese provate dalle restrizioni anti-Covid, meno interessate dai “ristori”. Allo stesso tempo, Palazzo Donini guarda alla sua struttura, in particolare alle partecipate, annunciando un percorso di razionalizzazione, riducendo i costi e fornendo servizi nuovi e più efficienti. Si parte con la fusione tra Umbria salute e servizi e Umbria digitale che tra un anno creerà un soggetto di riferimento per l’innovazione in sanità e nella PA.
«Abbiamo avviato una ricognizione sullo stato di società, agenzie ed enti di cui la Regione fa parte», ha spiegato la governatrice Donatella Tesei in una videoconferenza stampa. «L’obiettivo è rendere certa e riconoscibile la mission perseguita da ogni soggetto, aumentare il livello dei servizi offerti, migliorare la produttività». Le partecipate regionali contano circa 1.500 dipendenti e pesano per circa 31 milioni di costi fissi oltre a quelli sostenuti per l’attività svolta. La razionalizzazione, quindi, porterà a cambi di rotta, ristrutturazioni o fusioni. La prima sarà tra Umbria Digitale e Umbria Salute. «In sede di Giunta abbiamo dato mandato ai due amministratori unici di iniziare il lavoro per la fusione che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2021», ha spiegato la presidente. «Una rivoluzione culturale e di metodo – aggiunge l’assessore Michele Fioroni – che porterà a superare la criticità di modelli organizzativi basati su compartimentazione dei ruoli, eliminando attività ridondanti e valorizzando le sinergie». Un cambio di approccio anche a livello politico-amministrativo. «Il progetto di efficientamento è frutto di una collaborazione non scontata fra gli assessorati allo Sviluppo economico e alla Sanità», aggiunge Fioroni. Il direttore regionale della Salute, Claudio Dario, ha parlato di Umbria Salute come di occasione mancata. «In passato la mission non è stata realizzata e il servizio epidemiologico mai avviato». Il nuovo soggetto, invece, si occuperà di servizi fondamentali per i cittadini e la PA, gestendo l’erogazione dei servizi sanitari e la transizione digitale della Regione, candidandosi a farlo per tutto il settore pubblico. «Una società con 36 milioni di fatturato, con minori costi stimati in circa mezzo milione di euro che a regime potranno salire a 2 milioni da reinvestire in servizi innovativi», ha aggiunto la governatrice. «Siamo pronti a cogliere la sfida del riposizionamento e dell’integrazione fra le due società per essere funzionali alle strategie del sistema Umbria», ha detto il direttore di Umbria salute, Giancarlo Bizzarri. «La pandemia ha impresso un’accelerazione al processo di fusione delle due società», ha aggiunto l’amministratore unico di Umbria Digitale, Fortunato Bianconi che ha posto l’accento sul tema della connettività e sui nuovi servizi attivati, dall’accesso alla banda larga per i dipendenti pubblici alla digitalizzazione dei bandi regionali («nove da luglio, con oltre 5mila domande»), passando per il sistema PagoPaUmbria.
MISURE DI SOSTEGNO
Ammontano a 14,4 milioni di euro le risorse destinate a lavoratori autonomi (cui va la parte maggiore) e alle filiere che hanno subito gli effetti della crisi legata al Covid e finora meno sostenute dai ristori. «Azioni derivanti dalla riprogrammazione dei fondi europei per sostenere il tessuto economico colpito ma che guardano anche al rilancio dell'economia». L’assessore Fioroni ha spiegato che un milione di euro sarà riservato alle imprese del settore fiere, congressi ed eventi. Agli autonomi, come chiarito dall’assessore Paola Agabiti andrà un contributo di 1.500 euro “una tantum”. «In totale 13,4 milioni per uno strumento frutto di un lavoro impegnativo, deciso dopo aver approfondito i ristori messi in campo a livello nazionale e regionale per vedere quali soggetti erano meno sostenuti». Tra questi, artigiani-artisti, lavoratori dello spettacolo e dei beni culturali, autonomi dello sport, titolari di micro e piccole imprese.

 

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