Alessandro Rossi: un vestito da Pagliaccio, i giochi di magia e tanti doni per i bambini: «Una sanità che tuteli sempre i più fragili»

Alessandro Rossi: un vestito da Pagliaccio, i giochi di magia e tanti doni per i bambini: «Una sanità che tuteli sempre i più fragili»
di Nicoletta Gigli
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Martedì 3 Gennaio 2023, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 14:07

TERN  Un vestito da Pagliaccio, i giochi di magia e tanti doni per i bambini che hanno trascorso le festività nel reparto di pediatria dell'azienda ospedaliera di Terni.La sera di capodanno Alessandro Rossi, infaticabile volontario che da tanti anni regala tempo e sorrisi ai piccoli degenti, l'ha passata anche stavolta in corsia, insieme ai bambini.
Rossi, quale è stata la notizia più bella dell'anno che si è appena chiuso?
«Pensando alla nostra attività mi viene da pensare ai bambini che abbiamo conosciuto e sostenuto negli anni. Penso alle loro storie, a quando i genitori ci scrivono dicendo che la visita di controllo è andata bene, che per fortuna non ci sono recidive. Allora li c'è un bel sospiro di sollievo anche da parte mia e di tutti i volontari dell'associazione. Per fortuna di notizia così nel 2022 ne abbiamo ricevute».
Quali, invece, i momenti peggiori?
«La prima cosa che viene in mente è la guerra in Ucraina, però non dobbiamo dimenticare tutti gli altri conflitti sparsi nel mondo. Si parla di 59 conflitti, un numero esagerato ma le notizie sono sempre troppo poche, forse a livello mediatico fa un effetto diverso quello scatenato dalla Russia. Penso alla violenza sulle donne: Anche il 2022 è stato un anno terribile, rispetto al periodo della pandemia c'è un leggero calo ma non possiamo parlare di numeri, qui si parla di vite umane che trovano la morte in ambito familiare. Per non parlare poi dell'aspetto legato a ciò che può accadere ai bambini. In pochi si domandano cosa accade nella mente di un bimbo che vive quotidianamente le violenze in casa. Un altro aspetto che mi angoscia è legato alla terza età. Troppe persone anziane sole in casa senza nessuno che possa aiutarle, o magari scambiarci una parola, un abbraccio. Durante le feste cono andato nelle case di conoscenti o vicini di casa, per scambiare due parole con loro. Il periodo di Natale, si sa, è uno dei più brutti per queste persone. Penso poi allo sfruttamento dei migranti e soprattutto a quello minorile, se ne parla pochissimo ma nel mondo ci sono milioni di bambini costretti a svolgere lavori duri e pericolosi».
Restando alle difficoltà e le emergenze, quali sono stati i momenti del 2022 che più l'hanno messo alla prova?
«Il ritorno nel reparto di pediatria ha messo alla prova tutti noi volontari. Nel periodo pandemico abbiamo sempre fatto formazione, anche a distanza quando le condizioni non ci permettevano di incontrarci, abbiamo sempre mantenuto un livello alto di attenzione pensando ad un rientro nel reparto, però siamo riusciti a superare anche questo esame senza grosse paure. La difficoltà più grande è quella di non riuscire a veder crescere bambini conosciuti anni prima. La perdita di un bambino coinvolge anche noi che non facciamo questo di lavoro ma siamo semplici volontari».
Cosa salva del 2022?
«L'eroismo del personale, medici, infermieri, oss, ma anche tutto il personale che lavora con le cooperative. Sono stati un punto di riferimento. Nonostante le difficoltà, durante il covid e anche dopo, non hanno mai mollato. Salvo la solidarietà da parte dei cittadini, non solo nei nostri confronti ma per tutto il tessuto associativo della nostra città. Basta guardare le tante iniziative che si sono svolte negli ultimi mesi, tutte con ottimi risultati, questo vuol dire che i cittadini sono diventati parte integrante delle realtà locali e corrono in aiuto quando c'è bisogno, Noi, oltre ai singoli cittadini, dobbiamo ringraziare anche molte aziende locali che hanno voluto sostenerci in questa nostra missione. Salvo la gratitudine della gente, sentimento quasi scomparso nel passato ma che ora è tornato alla ribalta. Salvo il sorriso dei bambini, sono loro a darci la forza di andare avanti».
Come dovrebbe essere questo 2023?
«La mia speranza è quella di andare in pediatria e non trovare bambini, vorrei ci fossero più cure soprattutto per i bambini ma anche per tutti i malati. Vorrei che non ci fossero più famiglie costrette ad elemosinare un pasto o un aiuto per pagare le bollette, perché la crisi energetica, o speculazione se vogliamo, ha creato un divario tra chi può e chi non riesce neanche a mangiare. Nel 2022 abbiamo sostenuto molte famiglie, sia con la spesa solidale che con piccoli aiuti per pagare le bollette».

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