Terni, a nove anni dal crollo della gru a piazza Dalmazia i giudici d'appello riaprono il caso

Saranno risentiti il perito Boeri e il geologo Guidobaldi

Terni, a nove anni dal crollo della gru a piazza Dalmazia i giudici d'appello riaprono il caso
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 08:09

TERNI - Sono passati nove anni dal crollo della gru in piazza Dalmazia e ora i giudici d’appello riaprono il caso con il rinnovo parziale del dibattimento.

In udienza a Perugia si è deciso che sarà risentito il perito, Luigi Boeri, e con lui il geologo Guidobaldi, per avere un quadro più chiaro dei motivi per cui crollò la gru, adagiandosi sui palazzi di piazza Dalmazia,

La certezza è che l’evento del 30 luglio 2014 rischiò di provocare una strage. Causò il decesso di Pierino Maraga, 99 anni, il cui appartamento di via Buonarroti riportò grossi danni. Una cinquantina le famiglie che quella mattina furono costrette a lasciare temporaneamente le proprie abitazioni.

A febbraio 2021 la vicenda si chiuse con la sentenza di primo grado del giudice Massimo Zanetti, con una condanna e cinque assoluzioni con formula piena.

La sentenza arrivò a quasi sette anni di distanza dall’episodio che i residenti di piazza Dalmazia all’inizio scambiarono per un violento terremoto.

L’unico condannato a una anno di reclusione, pena sospesa, fu il capo cantiere, Giuseppe Rinaldi. Assolti per non aver commesso il fatto Giuseppe Flamini, titolare dell’impresa che stava effettuando i lavori di ristrutturazione di un palazzo, Emiliano Biancifiori, amministratore della ditta Gruppo B. srl, proprietaria della gru, Piero e Samuel Viva, titolari dell’impresa specializzata nel montaggio della gru e Amilcare Pliatsidis, coordinatore della sicurezza.

Contro la sentenza di primo grado un doppio appello. Il primo da parte dei legali dell’unico condannato, il secondo da parte della procura generale, che ha appellato la sentenza nei confronti di tutte le persone coinvolte, cinque delle quali furono assolte.

Il processo d’appello, di fronte al collegio composto da Micheli, Fornaci e Panariello, superate le questioni pregiudiziali, si è concentrato sulla richiesta della procura generale del rinnovo parziale del dibattimento.

Al centro dell’udienza la poderosa perizia all’epoca svolta dall’ingegner Boeri. Perizia che individuava come causa principale del cedimento della gru il fatto che la piattaforma in cemento su cui era stata allestita non aveva le caratteristiche di resistenza e solidità tali da rappresentare un basamento idoneo.

Per la procura generale, che ritiene che agli atti ci siano espedienti difensivi, è fondamentale risentire il perito Boeri per chiarire diversi passaggi. I legali dei sei, Attilio Biancifiori, Arnaldo Sebastiani, Giuseppe Sforza e Alessandro Ricci hanno chiesto di risentire anche Guidobaldi, il geologo di parte difensiva. L’udienza fissata per il 15 novembre di fronte alla corte d’appello sarà dedicata al contraddittorio tecnico. Nel frattempo, l’impresa titolare del cantiere ha affrontato i risarcimenti diretti alle tante famiglie che hanno riportato danni materiali ai propri appartamenti. Erano rimaste fuori solo un paio di posizioni di persone che si erano costituite parte civile alle quali il giudice di primo grado aveva riconosciuto una provvisionale di 3mila euro.

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