Terni, piano ThyssenKrupp per Ast: ridimensionamento delle acciaierie, meno 40 per cento della produzione del caldo con taglio di 550 addetti.

Un reparto delle acciaierie
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Giovedì 17 Luglio 2014, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 14:09

TERNI E' un piano tutto di tagli e di nessun rilancio quello di ThyssenKrupp per Ast, anche se diluiti in cinque anni. Purtroppo si sono materializzate tutte previsioni più dure, anche se in un arco temporale più lungo di quello previsto, che era di due anni.

I dati ufficiali sul piano industriale di ThyssenKrupp per Ast dopo l'incontro a Palazzo Chigi, tra istituzioni e i vertici della multinazionale e il secondo incontro, più tecnico, al Mise, alla presenza anche dei sindacati sono questi: la fusione delle società del gruppo Ast e una nuova struttura commerciale in sinergia con quella di ThyssenKrupp; l'incremento del laminato a freddo del 30%; il decremento del laminato a caldo del 40%; il mantenimento dei volumi del forgiato; l'incremento della quota tubi del 30%, un taglio degli addetti di 550 unità; un taglio negli investimenti di 100 milioni l'anno.

Il piano, dunque, sarà a norma in cinque anni e prevede, come anticipato, dal Messaggero, una forte riduzione della produzione a caldo e un aumento di quello a freddo. Si va, in sostanza, verso una chiusura della parte fusoria.

L'incontro è stato molto teso e i sindacati parlano di scorrettezze nella relazioni tra le parti.

I sindacati renderanno nota la loro posizione in una conferenza stampa alle 18, intanto le organizzazioni dei metalmeccanici Fiom Fim e Uilm ritengono "inaccettabile" il piano presentato da ThyssenKrupp per l'Ast di Terni e hanno dichiarato una mobilitazione immediata che prevede per domani 8 ore di sciopero e la presenza dei segretari nazionali a Terni.

Nel pomeriggio di domani verrà definito il programma della mobilitazione. I sindacati non escludono poi che l'attività dell'acciaieria possa essere sospesa già nelle prossime ore.

Riccardo Marcelli, Fim Cisl Terni. Non siamo interessati ai preliminari di guerra. Lo avevamo detto. Il ritorno a tempo determinato in ThyssenKrupp rappresentava una sfida per la città, il management, le maestranze e le organizzazioni sindacali e datoriali. Tutti dovevano calarsi nella nuova parte, nella consapevolezza di dover attraversare profonde trasformazioni. Chi pensa di seguire un modello di relazioni industriali precostituito sbaglia. Chi pensa di giocare una partita singolarmente, sbaglia due volte. Terni, da sempre, è stata la fucina di modelli costruiti tutti insieme. E necessariamente dovrà esserlo pure questa volta. Azienda Sindacato Lavoratori istituzioni e Assciazioni datoriali hanno pari dignità. Vorremmo fornire un contributo utile a porre l'Azienda sulla strada del rinnovamento, adeguato e costante, delle strutture organizzative e tecnologiche, sostenendo l'istruzione e la riconversione professionale dei lavoratori. Un progetto che generi lavoro, occupazione, reddito. Tutto cio' si potra' attuare solo con attori che recitino lo stesso copione. Solo una citta' coesa potra' far sopravvivere la Terni. E il piano illustratoci oggi non contiene tutto cio'.

Attilio Romanelli Cgil Terni. Per Attilio Romanelli, segretario provinciale della Cgil di Terni, il piano "è irricevibile".

Daniele Francescangeli, Ugl: “Rimandiamo al mittente il piano industriale di ThyssenKrupp per Ast: proclamiamo per domani, 18 luglio, sciopero di 8 ore e mobilitazione immediata dei lavoratori. Vogliamo dire basta – spiegano i sindacalisti - all’abitudine di far pagare ai dipendenti le scelte sbagliate che sono state effettuate negli ultimi anni. E’ inaccettabile che i risparmi e il ritorno alla competitività vengano effettuati solo tramite esuberi e riduzioni del costo del lavoro, perché in questi anni di incertezza i dipendenti hanno rappresentato un punto fermo per l’azienda, e adesso non meritano di essere considerati come numeri, utili soltanto al ripianamento di una situazione finanziaria”.

Mario Ghini, Uilm. La prima reazione è quella di Mario Ghini della Uilm: «È inacettabile la proposta dell'uscita di circa 500 addetti dal perimetro aziendale, corrispondente a una riduzione della forza lavoro del 20% nei prossimi cinque anni. Possiamo pure discutere sui criteri per migliorare la produttività, concordando sistemi comuni di analisi e verifica, ma incidere così pesantemente sull'occupazione proprio non è possibilè. Lo ha affermato Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, replicando a Lucia Morselli, amministratore delegato di Ast Terni dopo che la manager ha presentato a sindacati e istituzioni, al Ministero dello Sviluppo economico, il piano quinquennale della ThyssenKrupp per le acciaierie di Terni. "Le indicazioni ascoltate - ha spiegato Ghini - non fanno che aumentare le nostre preoccupazioni. Su quali parametri di efficientamento e di andamento del mercato si può decidere tra due anni se tenere aperto uno o due altiforni nel sito ternano? È già ipotizzabile un'enorme difficoltà nella condivisione su questo aspetto».«E poi - prosegue Ghini - sulla vicenda dell'Ast di Terni pesa anche il dato che la società Outokumpu da proprietaria è diventata diretta concorrente".

Alla preoccupazione Ghini unisce lo scetticismo: "Se l'azienda vuole risparmiare, nel modo in cui si è pronunciata - ha argomentato - non va lontano. Soprattutto allo stato dei fatti, non ci sono i presupposti per una ristrutturazione concordata con la parte sindacale e le istituzioni locali".

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