Dalle acciaierie al fitness
«Ora la cittadinanza»

Dalle acciaierie al fitness «Ora la cittadinanza»
di Aurora Provantini
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Giovedì 22 Agosto 2019, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 20:04
«L'importante è la salute». Bobo ragiona così: «Le preoccupazioni non fanno bene al corpo e l'esercizio fisico invece sì. Dimagrire non è la soluzione ai problemi, ma allenarsi aiuta a sentirsi meglio». Bobo non è il classico personal trainer tutto muscoli e canottiera. E' longilineo, solare, garbato e «ha i capelli che sfidano la forza di gravità». Settantaquattro chili per un metro e ottantadue di altezza. In sala pesi segue tutti anche se si trova lì per un allievo specifico. Arriva dieci minuti prima della lezione, ti chiede come stai, capisce al volo se c'è un brutto pensiero da allontanare e ci riesce. Rita Pigliapoco, funzionaria della Regione dell' Umbria, si iscrive tre anni fa nella palestra di viale dello Stadio. «Ero spaesata. Ma quella sensazione è durata pochi minuti. Bobo lo capisce al volo, crea uno small group e mi sincronizza nei movimenti dei compagni di corso con una naturalezza straordinaria. Da allora seguo tutti i corsi di Bobo. L'istruttore col sorriso che spettina!», dice Rita scherzando. Abdellah Boulis nasce in Marocco il 4 maggio del 1978. Arriva in Italia a 18 anni. Era il mese di marzo del 1996. Si iscrive in palestra ad aprile e all'Istituto tecnico industriale (corso di chimica) a settembre. Si diploma nel Duemila. Entra a lavorare alle Acciaierie, ma la passione per lo sport lo spinge a formarsi come istruttore e a seguire i corsi di fitness con il Movimento Sportivo Popolare del Coni. Diventa personal trainer. Per qualche anno fa il doppio lavoro: fino alle 17 in Ast, poi nelle palestre ternane (dalla Tonic alla Progetto Forma). Quando apre la struttura delle Piscine dello Stadio lui diventa uno dei primi istruttori. Tanto che nel 2016 lascia il posto alle Acciaierie e si dedica solo ai suoi allievi. Molti di questi diventano suoi amici: li vede laureare e sposare. «Ti viene sempre incontro negli orari, è sempre disponibile», dice Stefano Amici. Talmente tanto assorbito dai corsi che manco ci pensa a chiedere la cittadinanza italiana. «Con il lavoro a tempo indeterminato alle Acciaierie avrei potuto chiederla qualche anno fa. Ma mi sentivo già a casa. Mio padre arriva a Terni nel 90. Io, mia madre e i miei fratelli (due maschi e due femmine), arriviamo nel '96. Tutti prendono la cittadinanza italiana. Solo io e uno dei miei fratelli la richiediamo in ritardo. E la otteniamo. Firmo il 30 luglio. Debbo ammettere che poter partecipare al voto mi fa sentire ancora più italiano e poi le procedure burocratiche sono più semplici». Gli rilasciano la carta d'Identità negli uffici comunali di corso del Popolo. «Poi sono tornato subito in palestra!» Allena il gruppo di step. Poi lascia il microfono. Segue un allievo per volta. Si cambia per la lezione di fitness. Tutto il giorno così, fino a quando torna a casa, con la carta d'identità valida per l'espatrio nel borsone. Il segreto di Bobo? «Non c'è nessun segreto. Quando ti alleni non ti devi sentire giudicato. Devi stare bene e io cerco solo di far stare bene i miei allievi amici», dice lui. «E invece il suo segreto è il garbo e la disponibilità», ribatte Stefano.
 
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