Terni, Adottata a due anni rintraccia i fratelli in Ucraina: "Ora cerco mia sorella Sofia"

Terni, Adottata a due anni rintraccia i fratelli in Ucraina: "Ora cerco mia sorella Sofia"
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 20 Dicembre 2021, 17:06

TERNI - “L’amore dei miei genitori adottivi è riuscito ad alleviare il dolore di un passato da dimenticare. Mi sono stati accanto e mi hanno sostenuto quando ho detto loro che volevo trovare i miei fratelli, che ho potuto abbracciare, e la mia mamma biologica, che di me non vuole saperne. Ora all’appello manca solo Sofia, la mia sorellina di 10 anni. So che è stata adottata e che dovrebbe vivere in Italia ma per ragioni di privacy non riusciamo a trovarla ma io non dispero”.

Diana Salvatori, 19 anni, a Terni è arrivata a giugno del 2004.  Aveva due anni e mezzo quando, dopo aver vissuto in un orfanotrofio ucraino, fu adottata da una coppia ternana. Leonardo Salvatori e Emiliana Riccardi tornarono in città e organizzarono una grande festa: “Ho un vago ricordo del mio arrivo a Terni - racconta Diana - andammo in un ristorante, tutti mi prendevano in braccio e mi riempivano di coccole”.

Diana purtroppo ha vaghi, indelebili, ricordi anche del momento in cui la madre naturale l’abbandonò in un parco. Passò due giorni a meno 40 gradi dentro al passeggino, tra la vita e la morte. Qualcuno la salvò e la portò in orfanotrofio, dove ha vissuto altri giorni da dimenticare a suon di punizioni esemplari che sono cicatrici nel cuore.

“Mia mamma Emiliana mi ha aiutato a superare la paura di essere abbandonata di nuovo, che ho percepito fino a qualche anno fa. A 15 anni mi fermò la polizia e in questura piangevo disperata, ero convinta che mi avrebbero portato un’altra volta in orfanotrofio.  Poi ho capito che non sarei stata più abbandonata. La conferma quando mi sono messa a cercare i miei fratelli in Ucraina, sostenuta con forza dai miei genitori”.  

Diana un anno fa si è messa a caccia del sangue del suo sangue. Grazie ad una trasmissione in onda su una tv ucraina ha trovato e abbracciato Nicolaj, 23 anni, e Vincenzo, 28enne, i suoi fratelli. “Anche loro sono stati abbandonati, uno nel bosco, l’altro fu ritrovato sulla metro.

Aveva quattro anni e scappò perché Valentina (la madre biologica) lo riempiva di botte. Sofia - racconta Diana - fu abbandonata subito dopo il parto e adottata ma non riesco a trovarla. Valentina invece è stata rintracciata ma è andata male perché di me e dei miei fratelli non le interessa nulla”.

Diana cerca la sorellina e racconta la strada in salita anche a Terni, dove la 19enne è stata vittima di episodi di bullismo: “Alle elementari e alle medie mi presero di mira dicendomi che ero orfana, che i miei genitori mi avevano abbandonato e che quelli adottivi non erano genitori veri. Alle medie fui accerchiata da sette compagni e tornai a casa col labbro spaccato e un occhio nero ma non lo raccontai a mia madre, avevo paura di creare altri problemi. Ormai è passato”.

Ora per Diana, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Sforza, l’unico obiettivo è trovare Sofia.

“Quando mi ha detto che voleva trovare i suoi fratelli le ho illustrato le difficoltà ma lei, sostenuta dalla mamma, è andata in Ucraina e ha risolto la cosa - dice Sforza.  E’ lì che ha avuto le prime notizie su Sofia. Qui il discorso si fa delicato, perché non abbiamo strumenti di conoscenza della famiglia ed è una ricerca tutta da impostare. Per la normativa il genitore adottivo deve dire al figlio che è stato adottato, ma ha la libertà di scegliere come e quando dire al minore che è stato adottato. Se riuscissimo a trovare tracce per risalire alla famiglia adottiva, che è forse in Italia, dovremmo evitare i entrare a gamba tesa. Serve la massima discrezione ma ho fiducia e la supporterò in tutto per ricostruire un puzzle che si sta sistemando”.

Diana non dispera e continua a cercare Sofia. Parla con amore dei suoi “genitori di sangue che saranno sempre quelli che mi hanno cresciuta” e sogna di fare la psicologa: “Con quello che ho passato - dice - voglio dare una mano ai ragazzi finiti nelle case famiglia o in comunità”.

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