Rissa a palazzo Spada, sflilano in procura i vigili urbani coinvolti

Rissa a palazzo Spada, sflilano in procura i vigili urbani coinvolti
di Nicoletta Gigli
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Domenica 3 Settembre 2023, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 12:54

TERNI Negli uffici della procura ternana si lavora senza sosta. Di fronte ai carabinieri hanno iniziato a sfilare i primi testimoni, chiamati a raccontare i dettagli della lite tra Marco Cecconi e Orlando Masselli, consiglieri di Fratelli d'Italia, e il sindaco, Stefano Bandecchi, durante l'infuocata seduta del consiglio comunale di fine agosto. Nelle prossime ore saranno sentiti anche i vigili urbani che quella mattina erano in aula e che intervennero per bloccare il primo cittadino che, nel corso dell'accesa discussione, si era scagliato contro Cecconi. La lente d'ingrandimento degli investigatori sarebbe puntata in particolare sulle dichiarazioni del sindaco contro la polizia locale durante la seduta choc ripresa dalle telecamere: «La prossima volta non mi farò fermare da dei vigili urbani, con tutto il rispetto per voi (rivolto ai vigili), statemi lontano, perché la prossima volta tirerò dei cartoni anche ai vigili urbani». Al termine dei lavori la prima mossa l'hanno fatta Cecconi e Masselli lasciando palazzo Spada per raggiungere la caserma dei carabinieri e presentare denuncia contro Bandecchi. Dopo l'esposto dei due consiglieri l'apertura del fascicolo in procura, con Liguori e Stramaglia che hanno iscritto il sindaco nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di minacce e oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. A seguire la contromossa di Bandecchi, che ha preferito la questura per andare a denunciare Cecconi e Masselli per interruzione di pubblico servizio. Anche in questo caso è stata inevitabile l'immediata apertura di un fascicolo in procura, con l'iscrizione nel registro degli indagati dei due consiglieri di Fratelli d'Italia. Le indagini possono contare sul prezioso contributo dei filmati della seduta del consiglio comunale che, acquisiti e visionati con cura dagli investigatori dell'arma, già raccontano la gran parte di quello che è successo in aula. Diversa la strada che ha preso la denuncia presentata da Bandecchi per le minacce di morte del 25 luglio a Roma. Quando un uomo con una pistola in mano gli ha bussato sul finestrino a un semaforo e l'ha "invitato" a dimettersi da sindaco di Terni se non voleva rischiare la pelle. Depositata in questura, la denuncia è stata trasmessa alla procura della repubblica di Roma, competente per territorio. «Dal 28 luglio avevo comunicato informalmente alle autorità competenti delle minacce di morte che avevo ricevuto - dice Bandecchi. Ora le sto ricevendo anche su instagram ma ci penserà penso la digos oppure i carabinieri, qualcuno approfondirà da solo». Il 30 agosto è stata formalizzata la richiesta del sindaco di avere la scorta. Al prefetto, Giovanni Bruno, è stata chiesta una deroga per attribuire ai bodyguard che hanno seguito Bandecchi durante la campagna elettorale compiti di agenti di pubblica sicurezza.

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