Rimpasto di giunta, il nodo resta Coletto

La giunta regionale
di Federico Fabrizi
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Martedì 3 Gennaio 2023, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 15:10

PERUGIA - Questo rimpasto s’ha da fare. Ma come? Il piano è semplice e prevede di togliere una tessera per poter avviare il domino in grado di aprire lo spazio in cui muovere l’assetto della giunta regionale. La tessera da cui iniziare dovrebbe essere l’assessore a Salute e Welfare Luca Coletto. L’uomo del Veneto scelto dal Salvini nel 2019 per presidiare il primo esecutivo di centrodestra nella storia dell’Umbria. Per lui - ex sottosegretario alla Salute nel Conte I - si era parlato di uno spostamento magari collegato al governo Meloni. I retroscena raccontano che nel viaggio svolto dalla governatrice Donatella Tesei a Roma prima di Natale, lunedì 19 dicembre - tappa col ministro Adolfo Urso per parlare di acciaio e chimica - non sia mancato il tempo di una conversazione anche con Giancarlo Giorgetti e, aggiungono i rumors: durante il dialogo il nome di Luca Coletto è uscito più di una volta. La stessa questione era stata affrontata anche in un confronto tra Tesei e Salvini. Ma per il momento, niente da fare. 
La governatrice ha spiegato e ribadito più volte che la sua intenzione è far entrare nell’esecutivo Fratelli d’Italia, riconoscendo il peso del maggior partito della coalizione: il 31 per cento di oggi è ben diverso dal 10 di tre anni fa. E poi un partito così grosso non può stare metà dentro e metà fuori dal governo regionale. Non solo, per FdI Eleonora Pace da presidente della terza commissione in consiglio regionale (Sanità e servizi), “studia” da tempo da assessore. Di più, lei è di Narni e si troverebbe a giocare in casa una serie di partite che coinvolgeranno i prossimi mesi della sanità regionale: il nuovo ospedale di Narni-Amelia, i progetti per l’ospedale di Terni e la “questione Bandecchi” stadio-clinica. 
Tutto facile? Neanche per idea.

Perché il percorso per il rimpasto è un sentiero stretto da percorrere passando attraverso due fuochi. Il primo arriva dall’interno di Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni - tanto a Perugia quanto a Roma - dovrà infatti essere convinto che l’accesso alla casella della sanità a due anni dalla fine della consigliatura, con molte questioni già incanalate, sia sufficiente a blindare il patto di maggioranza. E dall’altro lato c’è la Lega, che in questo momento vuol dire tanti mal di pancia interni emersi nei congressi e un risultato elettorale alle politiche deludente in un territorio che esprime il governatore, due assessori a Palazzo Donini più sette consiglieri regionali e i sindaci della seconda e terza città umbra. Anche per questo, il segretario regionale Virginio Caparvi insieme al suo gruppo consigliare - quasi tutto presente - aveva posto nelle scorse settimane le proprie condizioni a Tesei: se va via Coletto ed FdI prende la sanità, allora va tolto anche un altro assessore e rimpiazzato con un nome del Carroccio. I fari erano puntati sullo sviluppo economico occupato da Michele Fioroni. Ma l’impasse a questo punto resta. Se non si trova la casella da muovere per avviare il domino, è complicato uscire dallo stallo. 

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