Pierantonio, in 700 per la cena dei terremotati. Numeri record e tanta solidarietà

La cena in piazza a Pierantonio
di Walter Rondoni
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Domenica 30 Aprile 2023, 08:00

Le campane elettriche suonano a festa sul tetto di una delle rare abitazioni agibili. Introno solo persiane abbassate, simbolo dell'evacuazione massiccia provocata dal terremoto. Ma è davvero una serata di festa. Pierantonio è viva, è forte della sua compattezza e per una vicinanza incredibile. «Un bel segno di rinascita, il paese senza campane era morto più di quello che è, per questo abbiamo pensato di rimettere un qualcosa e la Pro Loco di Monte Santa Maria Tiberina ce l'ha offerto», spiega Marcello Fiorucci, inarrestabile anima della Pro Loco. Quasi tremila euro per rendere meno malinconica l'attesa della messa in sicurezza del campanile della chiesa di San Paterniano. Un momento molto speciale sottolineato dalla presenza dell'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, arrivato a benedire quegli altoparlanti. «Il terremoto ha tolto la voce alle campane ed alle persone, la benedizione di queste trombe è un gesto simbolico, un augurio ed un impegno perché questa comunità torni ad incontrarsi ed a parlare», sottolinea monsignor Ivan Maffeis. «Chi ha organizzato questa iniziativa ha dato voce al desiderio della gente di ritrovarsi insieme, di condividere non solo la sofferenza e la preoccupazione del momento, ma anche il desiderio profondo di riscatto, di tornare ad essere paese».

Ed è la voglia di rialzarsi ad avere fatto da molla per organizzare una cena da settecento coperti per contribuire alla ricostruzione. Una squadra di una quindicina di persone ha preparato pasta alla marinara, paella, pesce azzurro alla griglia. Sui fornelli sono passati 120 chili di penne, 90 chili di sugo di pesce, 130 chili di paella tra pesce, carne, cozze, gamberi, riso e 90 chili di sarde sotto la regia dei fratelli Simone e Paolo Battistoni. «Siamo nati qui, il babbo era legatissimo all'Umbria pur se ha vissuto tanti anni in Emilia Romagna e qui ha voluto tornare quando è morto, noi siamo legati a Pierantonio, qui abbiamo parenti ed una casa dove veniamo ogni volta che possiamo, era doveroso dare una mano se c'era un modo», si raccontano. «E' il nostro lavoro, lo facciamo a Cesenatico, abbiamo voluto rifarlo qui perché era il momento giusto, portiamo l'allegria della rinascita di Pierantonio». Menù ricco con dolce finale, 80 chili di crostate, made in Pro Loco che ha curato il servizio al tavolo insieme agli amici delle Pro Loco di Umbertide e Monte Santa Maria Tiberina, del Circolo Uisp di Spedalicchio delle taverne della “Fratta dell'Ottocento”: Briganti, Artigiani, Mattatoio. E per finire fuochi artificiali forse per esorcizzare la paura di nuove scosse che inevitabilmente cova dentro ciascuno.

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