Evasione e fondi neri
scandalo nello sport

Evasione e fondi neri scandalo nello sport
di Egle Priolo
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Lunedì 2 Giugno 2014, 13:32
PERUGIA - Il gol lo segna la procura nella porta delle fatture vuote di causali e soldi versati.

Anzi, più di un gol, con i rigori imposti da Agenzia delle entrate e guardia di finanza, lanciatissime sulla fascia dei controlli ai bilanci di diverse società sportive e dei loro sponsor. Veramente tanti, infatti, i fascicoli aperti soprattutto dai sostituti procuratori Mario Formisano e Claudio Cicchella con accuse che vanno dall'associazione per delinquere alla frode fiscale fino all'evasione. Risvolti penali che si aggiungono alle sanzioni dell'Agenzia delle entrate, con la nuova figura di avvocati tributar-penalisti chiamati a difendere le posizioni delle società sportive e degli sponsor accusati di fare fatture false che si traducono in un giro di nero da milioni di euro. Chi è nel mirino degli inquirenti? Da una parte diversi imprenditori che adesso rischiano addirittura di fallire viste le richieste di denaro per rimpinguare le casse statali frodate. Dall'altra, tante società sportive, dalla pallavolo al calcio (soprattutto di Eccellenza e serie D) che hanno approfittato di un sistema di scatole cinesi per ottenere sponsorizzazioni-truffa.

Come funzionava il gioco? Senza entrare nei diversi casi, lo schema era più o meno questo: un imprenditore stacca un assegno da 100 per sponsorizzare una squadra. In mezzo c'è una società di intermediazione che in realtà gira alla società sportiva solo 20, 50 lo restituisce all'imprenditore in nero e il 30 restante sparisce magari con la chiusura della stessa società di intermediazione. Più facile a farsi che a spiegarsi, a giudicare dall'attività delle Entrate e della finanza, che hanno passato al setaccio tantissime attività, partendo dal rilievo dell'esistenza di sponsorizzazioni. Scoprendo, oltre al gioco delle scatole cinesi, anche fatture false intestate a squadre estere che in realtà quei soldi non li hanno mai ricevuti.

Come e chi guadagnava? La società sportiva intascava quel 20 e tirava avanti con quello che era meglio dello zero per non voler essere accondiscendente. L'imprenditore anche di più: non solo con il nero (con la società di intermediazione che magari era anche di un prestanome), ma anche sfruttando la legge che vuole i soldi delle sponsorizzazioni deducibili come costi, abbassando pure quindi l'imponibile su cui pagare le tasse.

Un gioco pericoloso ma anche molto vantaggioso che poteva fruttare centinaia di migliaia di euro per piccole squadre della provincia (nei guai come il Valfabbrica dopo la chiusura delle indagini), ma anche diversi milioni, come i 7 contestati nel caso Sirio volley, che procede verso il processo dopo il rinvio a giudizio dell'ex presidente Alfonso Orabona e di altre tre persone, compreso il main sponsor dei biscotti Angelo Colussi.

Un fenomeno di rilievo e che per anni sembra sia stato, per molti, la prassi, ma che adesso pare debellato soprattutto per il terrore dei sequestri per equivalente, con i soci delle società nei guai chiamati a pagare cautelativamente in attesa della definizione dei procedimenti. Da qui, il calo delle sponsorizzazioni e la morte di diverse società sportive (30 in Umbria in poco più di un anno) e il rischio fallimento di diverse imprese. Che perdono tutto per aver giocato sporco.
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