A Perugia imprenditore indagato per usura, truffa e riciclaggio: incastrato dal bodyguard

Il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone
di Enzo Beretta
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Venerdì 28 Luglio 2023, 08:14
La Procura di Perugia è ancora impegnata nell’inchiesta che nei mesi scorsi aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di un imprenditore 49enne originario di Civitavecchia ma di stanza a Panicale accusato del reato di usura. Stando a quanto si legge nella richiesta di proroga del termine per le indagini preliminari si scopre che l’uomo, insieme alla contestazione di usura in concorso, viene ritenuto responsabile di una serie di altri reati commessi tra la fine del 2021 e il 2022 a Perugia. Nell’atto non si leggono veri e propri capi di imputazione nei quali viene sintetizzata la contestazione ma sono snocciolati una serie di numeri che rimandano alle ipotesi delittuose contenute nel Codice penale: si va dall’articolo 416, l’associazione per delinquere, al trasferimento fraudolento di valori, passando dall’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita al riciclaggio, fino ad arrivare alla truffa e, ovviamente, all’usura. Il concorso, contestato in relazione all’usura, ma in particolar modo l’ipotesi di associazione per delinquere, lasciano intendere che l’inchiesta coinvolge altre persone. Almeno tre. Potrebbe esserci qualche familiare, probabilmente un professionista. Ma non è escluso che possano essere perfino di più. Scriveva a metà settembre il magistrato titolare del fascicolo, il procuratore capo Raffaele Cantone, nella richiesta di proroga di sei mesi inoltrata all'ufficio del giudice per le indagini preliminari: «Non possono ancora concludersi le indagini in quanto si è in attesa dell’informativa conclusiva da parte della polizia giudiziaria che dovrà sviluppare gli esiti emersi dall’attività plurima e complessa di intercettazione, effettuando i necessari riscontri». In una primissima fase l'inchiesta aveva concentrato le proprie attenzioni sulle parole di un bodyguard 32enne fermato una notte del 2021 in preda a un abuso di cocaina mentre vagava alla periferia di Perugia. «Spiegava di aver conosciuto circa 10 anni prima l’imprenditore di Civitavecchia, titolare di diverse società immobiliari e di aver lavorato alle sue dipendenze in qualità di autista e guardia del corpo – si legge in un verbale della questura finito agli atti – aggiungendo di essere intervenuto per suo conto anche al fine di recuperare crediti mediante minacce e violenze fisiche nei confronti di soggetti debitori di somme di denaro». L'inchiesta si è inevitabilmente allargata e gli accertamenti hano riguardato una serie di fattti e più persone. L’indagato principale, l'imprenditore di origini laziali, per un periodo era finito anche in carcere in quantro gli era stato revocato l’affidamento in prova ai servizi sociali. Viene difeso dall’avvocato Angelo Frioni.
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