«Stacchiamo il teleriscaldamento». A Perugia cinquecento famiglie al freddo, in crisi anche due scuole

«Stacchiamo il teleriscaldamento». A Perugia cinquecento famiglie al freddo, in crisi anche due scuole
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 08:39

PERUGIA - Da sistema all’avanguardia a emergenza con l’inverno alle porte. Il teleriscaldamento che alimenta ventotto utenze in città(ci sono anche due scuole), rischia di fermarsi. Anzi, a sentire le comunicazioni che hanno avuto amministratori di condomini, commercianti e anche il Comune, da oggi il teleriscaldamento si ferma. Addio alla cogenerazione dalla base di Prepo(nell’area dove ha sede il Comitato regionale umbro della Figc che potrebbe finire al freddo) e addio al riscaldamento. Almeno per 500 famiglie (in via Palermo via, Caduti del lavoro, Piazzale Giotto, via Borghetto di Prepo, via Giovanni Ruggia, parte di via Fonti Coperte)secondo una stima fatta dagli amministratori di condomini che da ieri mattina vivono sull’orlo di una crisi di nervi. Situazione complessa anche per due scuole del Comune che si trovano attaccate alla rete del teleriscaldamento: la nuovissima Carducci-Purgotti e l’Infanzia Montessori. A palazzo dei Priori stanno seguendo secondo per secondo la vicenda in attesa di comunicazioni ufficiali. Se la Carducci-Purgotti si salverebbe visto che la scuola è nuova e ha tecnologie alternative per reggere l’impatto del distacco(le pompe di calore), l’Infanzia Montessori avrebbe molti più problemi.
«La comunicazione-racconta l’amministratrice di uno dei condominio interessati- ci è arrivato stamattina(ieri, ndr) con una telefonata dell’amministratore delegato della società proprietari dell’impianto che ha detto di non poter più garantire il servizio per problemi di carattere tecnico trovati nella struttura. Che è passata di mano solo il 15 ottobre scorso da una società che ne era proprietaria e che era in fallimento. Il precedente gestore ha finito regolarmente il suo periodo di conduzione dell’impianto. E in effetti in quegli otto anni(ma il teleriscaldamento va avanti da 14, ndr) non abbiamo avuto alcun problema. Dell’addio del gestore lo abbiamo saputo a fine maggio».
C’era stato l’interessamento di una società umbra per mettere le mani sull’impianto, poi non se ne è fatto nulla. E dalle pieghe della procedura fallimentare (la società in default è la Sienergy Project srl), in un subentro giudiziario, è arrivata una società toscana, la Energia Verde Italia srl. Tardi, a metà ottobre, ma non tanto da poter fare partire l’impianto venerdì scorso. Tardi rispetto alla data di ascensione degli impianti di riscaldamento a Perugia(proprio il 15 ottobre), ancor più tardi per il fatto che c’era stata un’ordinanza del sindaco Romizi che anticipava la possibilità, visto il freddo di ottobre, di anticipare l’accensione anche se con oraio ridotto.
Tutto sembrava andare per il meglio, poi la doccia gelata. Ieri mattina la telefonata dall’Ad della società che ha in mano il teleriscaldamento: «Ci fermiamo». Problemi sia tecnici(sembra) che burocratici sulla possibilità di prendere in carico le utenze, aprono un fronte assurdo: circa 500 famiglie che rischiano di passare l’inverno al freddo. Con gli amministratori di condominio che si sono attivati per trovare soluzioni ponte. Oggi se ne saprà di più. Intanto il Pd, con il capogruppo Sarah Bistocchi e il consigliere Nicola Paciotti, ha presentato un’interrogazione a riposta scritta sul caso.
Anni fa quell’impianto di cogenerazione finì nel mirino della magistratura con un’inchiesta che coinvolse quattro persone(indagate).

Per la Procura, in particolare, era, tra l’altra, abusiva «la rete di teleriscaldamento accessoria all’impianto di cogenerazione». Per i quattro indagati la vicenda si risolse con la prescrizione. Tutto nacque dopo una protesta di un Comitato dei residenti di via Quintana preoccupati sia per i rumori che per le ricadute ambientali dell’impianto.

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