Lorenzo Fragola al Quasar Village
«Mi piace raccontare qualcosa in cui le persone si possono identificare»

Lorenzo Fragola al Quasar Village
di Fabio Nucci
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Sabato 16 Maggio 2015, 19:27 - Ultimo aggiornamento: 19:46

CORCIANO – Ha abbracciato e salutato uno a uno i suoi fan sul palco per ora utilizzato per firmare autografi su booklet e copertine del cd, su cartelloni, cover del telefonino e persino su confezioni (neanche a dirlo) di fragole.

A Lorenzo Fragola il Quasar Village ha riservato un’accoglienza da star, con le sue giovani fan che lo hanno atteso dalle due del pomeriggio e quando è uscito dall’Euronics store, puntuale alle 17, sono esplose in un grido di liberazione.



Lo hanno chiamato, incitato e hanno cantato le sue canzoni che a poco più di sei mesi dalla vittoria di x factor lo annoverano già tra gli artisti 2015 che hanno venduto di più.

A tutto questo lui risponde col sorriso dei vent’anni (compiuti da poco), lo stupore di chi forse non si aspettava il successo così velocemente e l’umiltà di chi preferisce tenere i piedi per terra. Lo incontriamo negli uffici Euronics, pochi minuti prima di concedersi all’orda di fan che hanno ingannato l’attesa cantando Siamo Uguali, singolo di platino, e le altre canzoni di 1995, album disco d’oro, da The Reason Why a The Rest. «Abbiamo pensato di aiutare la loro attesa diffondendo il cd in tutto il centro commerciale», dice Tiziana Zetti, direttrice del Quasar Village.

È lui ad anticipare le domande, esordendo con un «Come va?».

Lorenzo, è la prima volta in Umbria?

«Si è la prima volta».

Neanche in gita scolastica?

«Non ricordo.

Sto girando tante regioni in alcune delle quali non ero mai stato, ma credo che nel caso dell’Umbria, ora che ci penso bene, sia proprio la prima volta».

Ci sono ragazze che ti stanno aspettando dalle due, qui si fanno chiamare “fragoline”…

«Eh sono belle toste! Mah si ho visto che ognuno sceglie e si vuole attribuire un nome diverso… va bene così».

Senti un po’ di responsabilità anche nei confronti di tanti giovanissimi che ti seguono e in alcuni casi ti hanno preso come modello?

«In realtà no, spesso quando uno pensa di dover dire la cosa giusta, di dover dare un esempio, si limita, e non dice quello che pensa. Nel momento in cui sentirò la responsabilità di quello che dico probabilmente mi priverò di qualche cosa; quindi in generale non ci penso. Cantare non significa dover dare un esempio, ma magari raccontare qualcosa in cui le persone si possono identificare a prescindere che sia giusto o sbagliato, perché nessuno è mai giusto nessuno è mai sbagliato».

Tramite la musica, un messaggio di valori, sentimenti arriva, questo si può dire.

«Questo sì, ma non è una cosa calcolata. Quando arriva un certo tipo di messaggio che rispetta certi valori è solo perché mi sento di doverlo dire, non tanto perché è giusto dire o dare un determinato valore».

Con Siamo Uguali a Sanremo sei stato un po’ snobbato dalla giuria di qualità ma poi il brano si è rivelato tra quelli più venduti del festival e col tempo il pezzo è venuto fuori..

(sorride) «É il più venduto…».

Aver superato i primi classificati che effetto ti ha fatto, è stata una specie di rivincita?

«La competizione di Sanremo non era qualcosa che m’interessava, non la mettevo in primo piano: presentare lì un brano che ho scritto io era già tanto. L’obiettivo era che piacesse e ora, a distanza di tempo, posso dire che è andata anche meglio di come mi aspettassi quindi sono davvero felice. L’esperienza di Sanremo era più una sfida con me stesso che con gli altri, di provare una cosa che alcuni in quel momento non avrebbero fatto e che altri l’avrebbero fatta con un po’ di superbia, un po’ di arroganza. In realtà io ho fatto Sanremo con ingenuità, mi sono buttato e l’avrei fatto in ogni caso perché era quello che volevo fare. Mi sta dando tante soddisfazioni».

A ottobre parte il tour, non c’è l’Umbria ma ci sarà modo di inserirla immagino, anche qui sei molto amato.

«Sono solo otto date e molte regioni Sicilia (la sua regione, ndr) compresa non sono state inserite. Queste date dovrebbero fare un po’ da apri pista poi vedremo che succede, magari inizieremo tante altre cose».

State già pensando al terzo singolo dopo The Rest e a qualche progetto per l’estate?

Ci sono tante idee, si possono prendere tante strade ma non è tanto nell’ottica del singolo: speriamo che le cose continuino ad andare bene, poi si vede».

Scortato dalla security del Quasar Village, Lorenzo è quindi arrivato sul palco allestito davanti all’Euronics dove ha incontrato uno ad uno tutti i fan, in molti casi sotto gli occhi vigili dei genitori rimasti ai lati delle transenne. Tra lo stupore degli appassionati di shopping del sabato pomeriggio, alcuni dei quali pensavano si trattasse di un calciatore (davanti al palco c’è lo store dell’Ac Perugia). Poi, visti il cd e sentite le canzoni, anche i più refrattari alla musica e alla televisione hanno capito. Per centinaia di ragazzine (oltre cinquecento) un sabato pomeriggio indimenticabile.