Quaranta iscritti, un centinaio di foto, età media dei soggetti ritratti abbastanza bassa. Questo il quadro emerso dalle stampate dei due canali Telegram “ Perugia Nuda” e “ Perugia scambio foto chat”, chiusi prima che gli investigatori potessero metterci occhi e lente addosso. Perché se Marta, vittima di revenge porn, è riuscita a scoperchiare con l'aiuto di un'amica quel triste catalogo di nudi che da anni girava sui telefonini di decine di persone, è stato impossibile rintracciare tutti i partecipanti ai due gruppi di guardoni. A farne le spese, come Il Messaggero racconta da giorni, sono stati solo i due amministratori: due ragazzi oggi di 21 e 22 anni, beccati però già nel 2020 con quelle foto hot di ex ragazze, amiche e conoscenti tra le immagini cestinate o archiviate sui propri cellulari. Il pubblico ministero Mara Pucci li accusa di revenge porn e pedopornografia: contestazioni pesantissime, ma per cui è stato chiesta la messa alla prova, previa riqualificazione del fatto e risarcimento del danno, a cui non si è opposta Marta, parte civile assistita dall'avvocato Francesco Gatti. Insomma, lavori socialmente utili e un «percorso di pentimento e resipiscenza», per capire – per usare le parole dalla ragazza che ha avuto il coraggio di denunciare - «che hanno sbagliato e devono rendersi conto dei danni morali» fatti subire a lei e a tutti gli altri giovani ritratti in quelle immagini. Ragazzi e ragazze, alcuni minorenni, da cui l'accusa di pedopornografia.
D'altronde erano giovanissimi anche i due admin, denunciati alla polizia postale quando avevano appena 18 e 19 anni.
«Gli amici mi hanno voltato le spalle ha spiegato nell'intervista al Messaggero -. Gli insulti peggiori sono arrivati dalle ragazze della mia età. È stato un periodo tormentato, ma ora è la mia rivincita. Per me e per le ragazze che non trovano il coraggio di denunciare». Lei ha denunciato ed è stata fortunata: ha raccontato subito tutto alla mamma, si è confidata e la prima denuncia l'hanno fatta insieme. «Perché non bisogna sentirsi sbagliate. Queste cose vanno affrontate – dice -. Mi hanno fatto passare per una poco di buono, mentre poco di buono è chi fa queste cose»