Perugia, nelle chat osè più di cento foto. Nei guai i due amministratori

Perugia, nelle chat osè più di cento foto. Nei guai i due amministratori
di Egle Priolo
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Domenica 25 Giugno 2023, 08:59

Quaranta iscritti, un centinaio di foto, età media dei soggetti ritratti abbastanza bassa. Questo il quadro emerso dalle stampate dei due canali Telegram “ Perugia Nuda” e “ Perugia scambio foto chat”, chiusi prima che gli investigatori potessero metterci occhi e lente addosso. Perché se Marta, vittima di revenge porn, è riuscita a scoperchiare con l'aiuto di un'amica quel triste catalogo di nudi che da anni girava sui telefonini di decine di persone, è stato impossibile rintracciare tutti i partecipanti ai due gruppi di guardoni. A farne le spese, come Il Messaggero racconta da giorni, sono stati solo i due amministratori: due ragazzi oggi di 21 e 22 anni, beccati però già nel 2020 con quelle foto hot di ex ragazze, amiche e conoscenti tra le immagini cestinate o archiviate sui propri cellulari. Il pubblico ministero Mara Pucci li accusa di revenge porn e pedopornografia: contestazioni pesantissime, ma per cui è stato chiesta la messa alla prova, previa riqualificazione del fatto e risarcimento del danno, a cui non si è opposta Marta, parte civile assistita dall'avvocato Francesco Gatti. Insomma, lavori socialmente utili e un «percorso di pentimento e resipiscenza», per capire – per usare le parole dalla ragazza che ha avuto il coraggio di denunciare - «che hanno sbagliato e devono rendersi conto dei danni morali» fatti subire a lei e a tutti gli altri giovani ritratti in quelle immagini. Ragazzi e ragazze, alcuni minorenni, da cui l'accusa di pedopornografia.

D'altronde erano giovanissimi anche i due admin, denunciati alla polizia postale quando avevano appena 18 e 19 anni.

Eppure quelle foto, certamente quella di Marta, girava in rete anche da prima: almeno da cinque anni fa, dall'anno successivo all'invio di una foto intima al suo fidanzatino dell'epoca. Che un anno dopo la fine del rapporto, secondo la ricostruzione degli investigatori, l'ha inviata prima ad un'amica e poi fatta girare. E anche lui, adesso, qualcosa rischia: magari solo una denuncia al tribunale dei minori, non essendo ancora diciottenne al momento del primo invio, quando il codice penale non era nemmeno stato ancora ampliato con la previsione del revenge porn. Di certo questa è una storia che ha scosso Perugia: le famiglie coinvolte sono quelle della città “bene” e la richiesta di rinvio a giudizio per i due amministratori è qualcosa da voler presto dimenticare. Uno di loro è al momento impegnato con l'università, l'altro ha intrapreso un percorso nel mondo della moda e tutti gli altri partecipanti sono solo nomi e cognomi impressi su una stampata. Troppo poco per procedere contro tutti e a pagare, con il loro pentimento, restano solo i due admin. Loro, più Marta. Che ha pagato prima il prezzo della vergogna poi quello dell'allontanamento.

«Gli amici mi hanno voltato le spalle ha spiegato nell'intervista al Messaggero -. Gli insulti peggiori sono arrivati dalle ragazze della mia età. È stato un periodo tormentato, ma ora è la mia rivincita. Per me e per le ragazze che non trovano il coraggio di denunciare». Lei ha denunciato ed è stata fortunata: ha raccontato subito tutto alla mamma, si è confidata e la prima denuncia l'hanno fatta insieme. «Perché non bisogna sentirsi sbagliate. Queste cose vanno affrontate – dice -. Mi hanno fatto passare per una poco di buono, mentre poco di buono è chi fa queste cose»

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