Perugia capitale della cultura
battuta anche da Stalin

Stalin
di Italo Carmignani
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Domenica 23 Novembre 2014, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 11:20

Senza sforzo, quasi in surplace, Perugia capitale europea della cultura è riuscita a farsi battere anche nella sezione giovani.
A cercare una possibile spiegazione alla disfatta vengono in mente le parole del direttore artistico Arnaldo Colasanti alla vigilia dell’umiliazione nella classe adulti: «Dobbiamo apparire poveri e popolari, così ci faranno vincere per realizzare quanto abbiamo annunciato di fare». Geniale. E’ solo un dettaglio che poi sul podio sia salita Matera, forse neanche più povera, ma certamente meglio circondata dal popolo. Certo, ora l’allegra combriccola dovrebbe spiegare come mai gli annunci sofferenti ci siano costati un milione ottocento mila euro (circa) in due anni. Ma che fossimo poveri, l’abbiamo inscenato da Dio. Alternativa al piano “Co’ le pezze al muro”, pare fosse la forza della lobby politica ventilata in occasione della rivincita dei giovani come mossa a sorpresa. Già comunisti da queste parti, in maggioranza di sinistra quelli della commissione, pareva il palo e la bandiera rossa. Bastava issarla e ciao bella. Perfetto, ha vinto Varna (Bulgaria). Nel loro candore, quelli di Perugia capitale, ignoravano che la terza città bulgara per abitanti la lobby comunista l’aveva nel dna. A guardare nel mirino sovietico, si scopre la vera identità di Varna: dal ’46 al ’56 era meglio conosciuta con il nome in codice di Stalin. Falce e flagello. Ora, mai paga di una possibile rivincita, la combriccola pare voglia abbassare il traguardo e indire la gara di capitale europea della cultura di prima infanzia. E nel caso dovessimo esser battuti ancora da una rediviva hitlerjugend, ci possiamo sempre rivolgere al mondo animale. E diventare l’imbattibile capitale europea della cultura reparto pappagallini.
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