aver aggiunto che se c' un primario che va in pensione ragionevole attendersene un altro al suo posto, cominciamo a dire che la sanit ormai un costo vivo per ogni famiglia umbra e c' il dovere delle amministrazioni di risparmiare sempre e dovunque e in ogni momento, a tempo e fuor di tempo, per usare
un'immagine evangelica.
A questo punto andiamo con l'elenco della spesa. Gli
ospedali di Perugia e Terni stanno alla porta e
picchiano, mentre le due Asl sono già pronte per
festeggiare. La delibera della Regione del 3 febbraio
2014, contrassegnata dal numero 83, stabilisce che si può procedere alla nomina di sette primari nel
territorio della Asl 1 (con la parte del leone che viene
fatta, nel territorio dove è proconsole Legato,
dall'ospedale di Città di Castello) e di quella parte
dell'Umbria dove regna Fratini. In totale fanno 12.
A Città di Castello avremo di qui a poco un primario di chirurgia plastica ricostruttiva, un ginecologo
ostetrico e sempre primario. Quindi un primario per
igiene e sanità, uno per medicina del lavoro, non manca quello per la medicina dello sport e anche
l'otorinolaringoiatria. Ultimo dei magnifici sette -
last but non laest - il primario di radioterapia. E ora
via con Foligno e Spoleto.
A Foligno è in arrivo il primario di nefrologia e
dialisi, a Spoleto quello di chirurgia generale e quello
di anestesia e rianimazione. Ce ne sono due anche per Orvieto: un primario per cardiologia Utic e uno per la radiologia. L'elenco dei dodici già decisi finisce qui. Ma pronti con le richieste già annunciate. Dall'ospedale di Terni, l'ottimo manager Casciarri, ritiene necessari e urgenti un primario di anestesia, uno per il pronto soccorso e un terzo primario per la medicina d'urgenza, che è una materia nuovissima rispetto a quelle tradizionali ma ormai ha conquistato a colpi di primariati un suo spazio nelle organizzazioni ospedaliere di tutta Italia. In fondo, il dolce: il non meno ottimo manager Orlandi doppia Casciarri e chiede per Perugia sette primari per altrettante strutture: pneumologia, trasfusionale,ostetricia e ginecologia, chirurgia vascolare, oncoematologia pediatrica e farmacia ospedaliera.
In totale siamo a 22. Non è escluso che ci siano altre
attese in giro per la regione e che si possa immaginare qualche altra richiesta di qui a poco.
Il desiderio di chiedersi se queste nomination sono
tutte indispensabili è forte. Ma bisogna trattenersi. Il
risparmio a tutti i costi sembra non aver successo nè
qui in Umbria nè altrove nella Penisola e continuerà a
non averlo finchè c'è qualcuno che alla fine comunque mette i soldi.
Merita allora però una segnalazione il dibattito che si
fa nel sindacato, come pure tra gli addetti ai lavori,
sui numeri della mobilità passiva relativamente alle
prestazioni sanitaria di alta e altissima specialità che
gravano sulla mobilità passiva (per chiarire: pazienti
umbri che vanno alla ricerca di questo tipo di
prestazioni in altre regioni, con una spesa rilevante a
carico del sistema sanitario dell'Umbria).
Lasciando da parte l'entusiasmo del consigliere
regionale Pd, Andrea Smacchi, per i numeri rilevati
sulla mobilità attiva (i pazienti che vengono da altre
regioni a farsi curare uin Umbria) rispetto a quella
passiva, di cui si diceva poco sopra, in tanti nel
sindacato e tra gli addetti ai lavori concordano sulla
necessità di trovare risorse aggiuntive per puntare
sulle eccellenze in sanità. Volendo rendersi utili nel
dibattito in corso, risparmiare sul numero dei primari
potrebbe essere un'idea?
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