Orvieto. Moglie di un imprenditore in ospedale per le botte

Orvieto. Moglie di un imprenditore in ospedale per le botte
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 07:42

IL CASO

ORVIETO Finisce in ospedale per le botte prese dal marito imprenditore. E, finalmente, decide di denunciare, dopo aver vissuto due anni da incubo. E' successo nei giorni scorsi, ad Orvieto, e la notizia fa riflettere perchè la signora, sessantenne, è sposata ad un uomo di 62 anni, imprenditore. Non siamo di fronte ad una situazione di degrado, dunque, ma gli esperti del settore sanno bene che la violenza di genere è un fenomeno trasversale, che si verifica in ogni fascia sociale. Vittime e carnefici sono di ogni età, credo politico e religioso senza grosse differenze.

LA RELAZIONE

Secondo quanto riferito dai carabinieri che hanno preso la denuncia della signora, qualcosa era cambiato nel rapporto fra i due già da un paio d'anni. Prima lei aveva sopportato e cercato di capire e poi di giustificare, fino all'altro giorno, quando ha voluto mettere uno stop alla violenza subita. Si è infatti recata in ospedale per farsi medicare per le botte prese.

PRONTO SOCCORSO

I medici hanno riscontrato ferite ed ecchimosi, la prognosi è di una settimana. La signora, però, è andata oltre. Dopo la visita ha infatti formalizzato una denuncia contro il marito, raccontando anche gli episodi pregressi. Le violenze non erano solo fisiche perchè la donna ha denunciato di sentirsi in uno stato di soggezione e sottomissione, vittima dunque anche di violenza psicologica.
Un quadro grave e complesso che ha portato l'autorità giudiziaria a decidere l'allontanamento dell'uomo dalla casa familiare dove entrambi vivevano, mentre la denuncia avrà il suo corso. Il provvedimento di allontanamento è stato fatto in tempi celeri grazie anche alle procedure previste dal codice rosso.

LA CONDANNA

Solo il 9 novembre scorso un giovane ternano è stato condannato a tre anni e quattro mesi per le violenze fisiche e psicologiche a cui sottoponeva la comapgna, messa in punizione perché era brutta, invitata a suicidarsi perché era buona a nulla, spinta a cacciar via il suo cane perché lo infastidiva. E allontanata dai propri figli, nati da un precedente matrimonio, di cui lui mal tollerava le visite.
Quando lui, per punirla, si allontanava da casa per qualche giorno pretendeva di essere riaccolto a braccia aperte dalla giovane convivente.
Tornava e poi ricominciava con le minacce di bruciarle la casa e la macchina, di sfregiarla con l'acido.
Situazioni che purtroppo si verificano con molta più frequenza di quanto si creda. L'unica strada percorribile per uscirne è la denuncia, anche se è sempre difficile superare i traumi di una vita segnata dalla violenza di chi dovrebbe essere la persona con cui condividere la vita e gli affetti.
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