Perugia, Marco a 17 anni non esce di casa per paura di incontrare la madre

La donna ha un divieto di avvicinamento. Un anno e mezzo fa ha sfondato la porta di casa con la motosega

La porta sfondata dalla madre per prendersi il figlio
di Egle Priolo
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Giovedì 4 Maggio 2023, 06:30

PERUGIA - Marco ha 17 anni. Va a scuola, ha tanti amici e fa sport. Ma da due mesi non esce più di casa, se non per necessità. Non sta male, almeno non fisicamente. Semplicemente ha paura di uscire e trovare al portone la madre. Non si sa ancora se sia pericolosa, ma di certo il divieto di avvicinamento all'abitazione e ai luoghi di ritrovo del figlio, affidato al papà in via esclusiva dal 2016, che lei viola ripetutamente è un motivo di ansia, angoscia e frustrazione per il ragazzo. Che vive in questa condizione ormai da anni, tanto da essere ormai lui a chiamare i carabinieri appena si ritrova la donna davanti.

Una storia incredibile e incredibilmente dolorosa, da qualsiasi parte la si guardi. Che in origine vede una separazione complicata tra i genitori di Marco (il nome è chiaramente di fantasia) quando lui aveva 4 anni. Poi l'affidamento al papà a 10 anni e nel mezzo una lista di denunce tra i due ex e una battaglia legale poderosa a cui si aggiungono le ultime due querele presentate dal padre di Marco contro la donna solo negli ultimi giorni. Negli anni, quelle proposte dalla madre sono finite in archiviazioni e assoluzioni per l'insussistenza dei fatti attribuiti all'uomo nella guerra per la separazione e l'affidamento. Quelle presentate dal padre, invece, sono diventati fascicoli penali, hanno portato alla sospensione della responsabilità genitoriale e sono sfociate in divieti di avvicinamento che però, appunto, la donna è accusata ancora di aver violato. L'episodio forse più grave è di dicembre 2021, quando si presentò a casa della nonna paterna di Marco con motosega, martelli e piedi di porco e sfondò letteralmente la porta dell'abitazione per portare via il figlio, allora 15enne. Nella confusione, sia la nonna che il ragazzino si ferirono, ma all'arrivo della polizia la madre – annichilita in un angolo – non oppose alcuna resistenza. Confermando il tentativo di portar via di casa suo figlio.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini - del caso si occupa l'ufficio minori della squadra Anticrimine della questura -, in questi anni la donna è stata sottoposta a sette trattamenti sanitari obbligatori, tanto che il giudice Margherita Amodeo, nell'ambito di uno dei diversi procedimenti, ha disposto una terza perizia sullo stato mentale della donna, per valutarne la sua pericolosità sociale.

L'ultima relazione l'ha negata se la donna segue un percorso terapeutico. Ma i dubbi sono tutti in quel “se”: se la donna non si cura può diventare pericolosa? L'incarico sarà affidato nell'udienza del prossimo 9 maggio, ma nel frattempo Marco e suo padre – assistiti dall'avvocato Roberto Coricelli – sono affranti. Marco, magari, non lo dà a vedere. Fa il duro, trova scuse per non uscire, fa finta di niente. Ma è chiaro che vivere così non sia facile. Soprattutto se devi spiegare il motivo per cui a scuola vai con la nonna di oltre 80 anni. Ecco, la nonna. L'ulteriore pezzo di questa storia segnata da assistenti sociali, medici e carte bollate. Marco – è stato il consiglio delle forze dell'ordine – non può andare a scuola da solo, meglio lo accompagni qualcuno. Per stare più tranquilli. Peccato che il papà lavori e allora resti solo un'anziana a poterlo fare. Un altro dolore, un'altra fatica.

E pensare che dopo l'episodio di due anni fa - si evince dalle ultime denunce - la donna pareva si fosse rassegnata. Nel frattempo è rimasta incinta e ha avuto un altro bambino. E proprio con quel fagottino, da aprile, si presenta a casa e a scuola del primogenito. Per farglielo conoscere. Deve essere un dolore immane anche per lei essere allontanata, ma la decisione del tribunale è stata ben ponderata e gli ultimi quattro interventi dei carabinieri sono indicativi di un rischio. «Nell'ultima telefonata mi ha detto “Non so se devo ammazzare qualcuno per vedere mio figlio”. Se io, uomo, avessi fatto un decimo di quello che ha fatto lei negli ultimi anni, mio figlio lo vedrei col cannocchiale», commenta distrutto il papà di Marco. Che nei confronti della ex con tanti problemi ha chiesto una misura più restrittiva, con l'applicazione del Codice rosso, per il bene del figlio e della sua anziana madre. Ma in fondo anche della stessa donna, che ora ha pure un bambino di pochi mesi a cui badare. E che merita un futuro diverso e più sereno di quello che fin adesso ha avuto Marco.
Egle Priolo

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