L'ombra lunga della banda della Magliana a Terni

L'ombra lunga della banda della Magliana a Terni
di Marco De Risi e Vanna Ugolini
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Mercoledì 12 Febbraio 2020, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 22:53
L'ombra del crimine organizzato specializzato nel guadagnare e  riciclare denaro su Terni. Un crimine feroce, che aveva a capo Salvatore Nicitra, ex boss della banda della Magliana, un uomo potentissimo, che, secondo quanto emerso dall'inchiesta Jackpot condotta dai carabinieri di Roma, era il promotore e l'organizzatore di un sodalizio criminale che aveva assunto il controllo del mercato nell'area nord di Roma per quanto riguarda slot machine, videolottery, giochi e scommesse online. Nicitra è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e dalle indagini dei carabinieri è emerso che operava principalmente con tre stretti collaboratori: Rosario Zarbo, Francesco Inguanta, Antonio Dattolo. Una vera e propria associazione per delinquere, che operava con modalità mafiose, che destinava parte degli introiti all'usura e recuperava, attraverso metodi estorsivi, i crediti dell'attività. Nicitra agiva in maniera apparentemente lecita e si serviva di varie società quali la Jackpot srl, la Las Vegas srl, la Euro games e altre imprese intestate a prestanome, per controllare le attività economiche nel settore del gioco d'azzardo a Roma nord.
Ieri mattina due carabinieri di Roma con due colleghi di Terni sono andati a casa di quello che viene considerato uno dei prestanomi di cui si serviva Nicitra per una perquisizione nell'abitazione dove risultava residente nella zona di Otricoli. I carabinieri sono venuti per verificare se nella casa, in cui comunque l'uomo non era presente, ci fossero documenti che lo collegassero all'indagine o denaro. Il risultato della perquisizione non è stato reso noto. Nell'indagine è coinvolto anche Franco Gambacurta, nativo di Montefalco, in carcere dal 2018, ritenuto dal procuratore capo della Dda Michele Prestipino un boss della criminalità romana: «Non esiste intercettazione nell'ambito della criminalità organizzata romana nel quale non viene indicato il nome di Franco Gambacurta», disse al momento del suo arresto.
E' proprio con questo arresto che comincia ad appannarsi la stella di Nicitra. Con lui ieri sono finite in carcere 27 persone mentre ai domiciliari si trovano le donne del clan: la madre, la figlia, la compagna e la segretaria di Nicitra che secondo gli inquirenti avevano un ruolo primario nell'attività illecita. Un sistema che era rispettato da tutti. Sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 15 milioni di euro. Il nome di Nicitra è legato anche alla gestione di due ristoranti di Roma. L'attività di indagine si è basata anche su una serie di verbali di collaboratori di giustizia , tra cui Giuseppe Marchese, cognato di Leoluca Bagarella, Antonio Mancini e Maurizio Abbatino (ex Magliana), che tra il 1993 e il 1995 avevano raccontato dell'ascesa di Nicitra, passata attraverso anche una serie di omicidi.
 
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