Terni. Ast, allarme per il costo dell'energia: «Così non siamo competitivi»

Terni. Ast, allarme per il costo dell'energia: «Così non siamo competitivi»
di Claudia Sensi
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Giovedì 28 Settembre 2023, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 07:53

Terni - 

Il tema del caro energia resta il tallone d’Achille di Ast. Già a giugno scorso la proprietà Arvedi ha scritto a Governo, Regione e sindacati per denunciare come l'energia costasse troppo e rischiasse di mettere in ulteriore difficoltà lo stabilimento di viale Brin condizionando gli ordini.

In effetti in Italia il costo finale dell’elettricità per l’industria energivora è il più alto dei Paesi europei: il prezzo complessivo medio €/MWh, rilevato tra il 1 gennaio ed il 31 luglio 2023 è pari a 105,99, a fronte di 100,05 in Spagna, 71,99 in Germania, 53,42 in Scandinavia e 46,81 in Francia.

«Sarebbe auspicabile ed indispensabile – riportava la lettera – un prezzo dell’energia europeo, per evitare le evidenti distorsioni che penalizzano la nostra industria. È stata abrogata, con effetto immediato, un’importante esenzione applicata alle aziende interrompibili: una misura che vale 100 milioni euro su base annua per il settore siderurgico e 20 milioni per la nostra azienda».

Invece vari Paesi godono di alcuni istituti di mitigazione del costo dell’energia elettrica per le imprese energivore e per questo sono più competitivi, quindi in grado di attrarre clienti e commesse a scapito delle aziende italiane come l’Acciai Speciali Terni che è dovuta ricorrere spesso alla cassa integrazione.

«Il problema dell'energia - commenta il segretario provinciale della Fismic Giovacchino Olimpieri - purtroppo non è di adesso. Noi non abbiamo mai avuto la lungimiranza di trovare l'autonomia energetica, l'abbiamo sempre acquistata e non l’abbiamo mai prodotta. È chiaro che, in una situazione complicata come quella odierna, è ancora più evidente il gap con gli altri Paesi. Noi, come organizzazioni sindacali, abbiamo sempre detto che il problema di Ast fin dal 2004 è un'energia che costa di più rispetto ai competitor, ma c’è anche quello delle infrastrutture. Vediamo ancora inevasi quelli che erano gli accordi, rimasti nei cassetti dei ministeri e degli enti, del Patto di territorio del 2005. Tra l'altro su Ast siamo ancora in attesa di capire quando verrà firmato l’accordo di programma che dovrà praticamente definire il piano industriale.

Come si dice, piove sul bagnato».

«È necessario creare, sotto la guida delle riforme e dei decreti dello Stato, dei consorzi energivori - afferma il segretario dell’Ugl Daniele Francescangeli - rimettere mano all'interconnettor, insomma a tutte quelle misure che non sono aiuti di Stato e dunque sono inflazionabili da parte della Comunità Europea. Questo secondo me è un percorso che deve essere avviato il più presto possibile. Serve un hub di energie rinnovabili con aziende che possono prendere fondi a livello europeo, al di là del Pnrr, per iniziare a fare un'economia verde. E qui deve scendere in campo la politica e anche le associazioni datoriali».

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