Terni. Ricostruita la vita della scrittrice Guendalina Lipparini, femminista e contro la violenza alle donne due secoli fa

Annalaura Albini ha incentrato la tesi della laura magistrale sulla modernissima intellettuale ternana

Terni. Ricostruita la vita della scrittrice Guendalina Lipparini, femminista e contro la violenza alle donne due secoli fa
di Lucilla Piccioni
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Domenica 4 Febbraio 2024, 00:15

LA STORIA

Le sue idee sulla famiglia e sull'amore sono modernissime, gli argomenti che tratta nei suoi romanzi sembrano pagine di cronaca attuale, i suoi interventi sulle riviste la vedono schierarsi a favore del divorzio. Eppure Guendalina Lipparini era nata a Terni, probabilmente nel quartiere Duomo, 162 anni fa, il 22 febbraio del 1862. A scovare i suoi scritti, a ricostruire i fili della sua arte e della sua biografia un'altra donna ternana Annalaura Albini che ha scritto la sua tesi di laurea magistrale proprio analizzando le opere di Guendalina Lipparini; la scrittrice scelse come nome d'arte Regina di Luanto, anagrammando il proprio nome con il cognome del primo marito, Alberto Roti. Nel titolo della tesi della neo dottoressa viene usato proprio lo pseudonimo: "Regina di Luanto, una scrittrice audace tra Otto e Novecento".
«Prima di me, negli anni Novanta, è stata scritta un'altra tesi di laurea su Guendalina Lipparini discussa all'università di Pisa da Emanuela Cortopassi», ricorda la dottoressa ternana. Guendalina Lipparini in vita ebbe anche un discreto successo, scriveva sulle riviste femminili, pubblicava i suoi romanzi, undici in tutto ed i suoi racconti, ha scritto anche opere teatrali che non si sono più trovare. «Quando è morta, nel 1914, sul Nuovo Giornale di Firenze è stato pubblicato un necrologio in cui è definita la scrittrice più audace e avanzata che abbia avuto l'Italia letteraria nell'ultimo ventennio. Su un'altra rivista La Donna, di cui era collaboratrice viene definita sincera, profonda, originale, e violenta che sotto al vestito dolcissimo celava uno spirito di lotta e un'arte che oltrepassa i confini del libro e sfocia nella vita vera» ricorda Annalaura Albini. Il padre di Guendalina Lipparini era un ingegnere arrivato a Terni per seguire i lavori per la costruzione della linea ferroviaria, la madre Rosalia La Bella, apparteneva ad una famigli di possidenti. Non facile trovare notizie sulla biografia della scrittrice ternana, era una donna già questo pone un velo su la sua carriera di scrittrice e poi i bombardamenti hanno distrutto gli archivi delle chiese in cui si sarebbero potute trovare notizie. Nella seconda metà dell'Ottocento alle donne era concesso al massimo di scrivere il proprio diario segreto. Ma Guendalina Lipparini non ci sta. E scrive per far conoscere al mondo le sue idee.
«Aveva una visione attuale della figura femminile credeva che l'uomo volesse esercitare su di lei un'azione di possesso e vedeva il matrimonio come strumento di oppressione femminile, abuso di potere per perpetuare la subalternità sociale della donna. Del matrimonio non aveva grossa considerazione anzi lo riteneva di natura violenta e adultera perché in quel vincolo i due sposi erano infelici e cercavano al di fuori passione e vie di fuga. Ma anche dell'amore non ha una visione edulcorata, demistifica il sogno d'amore romantico, crede che sia inconciliabile con la vita, sia effimero e inesistente. Nei suoi romanzi le donne sono tutte adultere, ci sono tanti femminicidi e il matrimonio viene definito come prostituzione legale. Per queste sue idee i suoi libri erano sconsigliati alle giovani donne. Anche la maternità non porta luce per Regina di Luanto, crede che per una donna è impossibile essere madre presente e donna felice e libera. Era lucida nel dire che, nella società dei suoi tempi, la donna aveva un ruolo subalterno e credeva che per emanciparsi ci volesse indipendenza economica. Nel suo ultimo romanzo comunque si intravede una luce perché c'è il sogno Americano dove la donna può sentirsi uguale ad un uomo nei diritti», racconta Annalauira Albini. Guendalina Lipparini muore improvvisamente a Milano dove si era trasferita con il secondo marito l'otto settembre del 1914. «Ci sarebbe tanto ancora da studiare su Regina di Luanto è una personalità interessantissima, molto moderna. Io ho dovuto mettere un punto per rientrare nei tempi di presentazione della mia tesi di laurea», conclude Albini
Lucilla Piccioni
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