Frenquellucci, un cronista sulle tracce della storia nel suo libro "Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medioriente"

Frenquellucci, un cronista sulle tracce della storia nel suo libro "Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medioriente"
di Vanna Ugolini
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Sabato 1 Gennaio 2022, 22:43 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 16:10

Pietro Frenquellucci, giornalista, già capo della redazione di Terni de “Il Messaggero” e ora scrittore. Ha pubblicato da poco il libro “Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medioriente” (Leg edizioni)

Cosa ci fa un cronista sulle tracce dei Coloni di Israele?

«Ho messo insieme quaranta anni di studi e interessi personali con le caratteristiche tipiche di tutti i giornalisti: la curiosità e interesse per l’attualità.

La mia passione per la storia ha trovato terreno fertile in questa area del mondo dove nasce la storia dell’umanità. Il libro è figlio di uno studio approfondito e dei tanti viaggi che ho fatto, dai tempi dell’università: la mia tesi di laurea l’ho preparata all’università di Tel Aviv».

Che posto occupa questo libro nel panorama degli scritti su questo argomento?

«In realtà non ci sono libri che fanno parlare chi vive nei territori occupati. Il libro nasce dalla consapevolezza di questa carenza: a mio avviso è importante capire cosa sentono le persone che vivono lì e che a torto o a ragione vengono considerato ostacolo alla pace»

Che cosa ha trovato parlando con i coloni d’Israele?

«Intanto ho cercato di riportare fedelmente le loro testimonianze, lasciando da parte il mio pensiero, in modo che i lettori si possano fare un’idea indipendente. Sostanzialmente ho trovato che i coloni hanno maturato un legame fortissimo con questa terra, che si è rafforzato dopo che è stato possibile tornare in quei luoghi fisicamente. Una volta riconquistato questo rapporto sarà difficilissimo spezzarlo di nuovo. La maggior parte sostiene che se gli ebrei possono vivere in qualunque parte del mondo, perchè non possono vivere nei luoghi in cui è nata la loro storia? Ho capito che alcuni non se ne andranno nemmeno se nascerà uno stato palestinese, una parte forse è disposta ad andarsene se lo Stato li risarcirà per quello che lasciano e una parte sarebbe disposta anche ad opporsi in modo violento».

Che esperienza è stata intervistarli?

«Molto forte, Nel libro ci sono tante testimonianze e due lunghe interviste, una con ex vice sindaco di Gerusalemme che è italiano, l’altra con il massimo esperto di demografia ebraica, anche lui italiano, con cui invece ho affrontato il tema del rapporto tra palestinesi e ebrei e di un unico stato bi-nazionale o di due stati».

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