Fitness, danza e yoga, i forzati delle lezioni on line: «Ma senza il contatto fisico niente emozioni»

Fitness, danza e yoga, i forzati delle lezioni on line: «Ma senza il contatto fisico niente emozioni»
di Lorenzo Pulcioni
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Venerdì 6 Novembre 2020, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 20:04

TERNI Palestre e scuole danze chiuse, yoga e pilates solo all'aperto e nel rispetto del distanziamento. Istruttori di danza e di fitness conoscono come nessun altro la connessione tra mente e corpo. Se la prima ondata aveva sorpreso, la seconda rischia di mettere definitivamente in ginocchio. Artisti e insegnanti che lavorano con il corpo in un momento in cui il corpo è di nuovo rinchiuso in casa.

Matteo Corrado è danzatore, coreografo e regista teatrale. Tra un anno vuole mettere in scena il musical su Mozart e le prove le fa online: «La danza esprime sogni ed emozioni, non si può fare online.

Si può spiegare un movimento o una tecnica. Ma il contatto visivo, l'atteggiamento e lo sguardo non si possono curare dietro uno schermo. Immaginate poi tutte le bambine che sognano di salire su un palcoscenico e non lo possono fare». 

Vittoria Corrado, sorella di Matteo, si occupa da anni di danza e pilates: «Lavoriamo con il corpo e attraverso il corpo arriviamo ad una parte più profonda della persona. Essere in aula con il corpo vuol dire attivare quella relazione senza la quale è impossibile evolversi. Toccare il corpo di un'allieva o di un cliente vuol dire far aumentare la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio».

Un anno fa i ragazzi della L-BS Fam Crew di Eleonora Bordi vincevano la medaglia d'argento ai campionati mondiali di Hip Hop a Blackpool, in Inghilterra: «Siamo stati sradicati dalla fonte primaria della danza, ovvero vivere pienamente l'uno nell'altro sincronizzando i nostri movimenti. La danza è strumento essenziale per l'equilibrio psico-dinamico della persona al pari di un'attività socio-sanitaria. Tutto questo si sta sgretolando ed ho paura che in futuro i ragazzi possano chiudersi in un mondo tristemente virtuale».

Moira Asciutti è una personal trainer di zumba, pilates e posturale. E da sola deve anche badare ai suoi due figli: «A marzo ci siamo inventati la piattaforma per gli allenamenti e si sono iscritte più di 4 mila persone. Poi in estate abbiamo lavorato all'aperto. Con l'arrivo dell'autunno le palestre hanno speso tanti soldi per adeguarsi ai protocolli. Dove lavoro abbiamo ricevuto la visita dei Nas e i complimenti perchè tutto era perfetto. Questa nuova chiusura mi fa venire da piangere. Tanta gente si sente depressa. Online è impossibile correggere trenta persone, a volte salta la connessione o il microfono non funziona. E poi c'è la difficoltà economica. Venire al lavoro era tutta la mia vita, ora mi trovo da sola, ferma a casa, e devo badare a due figli».

Una categoria senza tutele quella degli insegnanti di fitness, dice Bobo Boulis: «Molti devono prendere ancora cassa integrazione e bonus. Migliaia di euro sono stati spesi per adeguarsi ai protocolli. Fitness all'aperto? Il cliente cerca un posto al chiuso dove si sta bene».

Il disagio colpisce grandi e piccoli, come spiega Mauro Cori, insegnante di danza e fitness che racconta il caso di una bambina iscritta a un suo corso: «Voleva frequentarlo per esprimere la propria interiorità e mettere in gioco le sue capacità. Voleva fare un cerchio perfetto con le sue compagne di corso, sperimentare nuove conoscenze ed esaudire il desiderio di indossare le magiche scarpette da punta ed il costume di scena, pensare al trucco e finalmente esibirsi su un palcoscenico di fronte al pubblico per ricevere il meritato applauso. Tutto sfumato. Nei grandi invece ho notato frustrazione, delusione, rabbia, apatia e soprattutto paura. Il corpo è legato alla mente. Attraverso il movimento noti mancanza di tono, equilibrio, espressività e ricezione». Il corpo chiuso in casa e la mente pure. 

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