Covid a Terni, i gestori delle palestre: «Assurdo pensare di chiuderci: rispettiamo tutte le regole»

Covid a Terni, i gestori delle palestre: «Assurdo pensare di chiuderci: rispettiamo tutte le regole»
di Aurora Provantini
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Domenica 4 Ottobre 2020, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 13:48

«Se dovessimo chiudere di nuovo non credo che riusciremo mai più a riaprire». Maurizio Frasconi, direttore generale di Stadium, parla chiaro. All’ipotesi di chiusura delle palestre da parte del Governo nel caso in cui aumenti la curva dei contagi, commenta con un secco “sarebbe la fine”. «Dopo il lockdown abbiamo avuto moltissime difficoltà – spiega Frasconi - che abbiamo affrontato da soli, senza alcun aiuto da parte dello Stato. Zero incassi per tre mesi a fronte di spese vive di gestione, poi una ripartenza fiacca e costosa per via delle continue sanificazioni e dei dispositivi di sicurezza da fornire al personale. Ci volevamo sentire al sicuro e volevamo far sentire al sicuro i nostri atleti. Col passare delle settimane siamo arrivati a raggiungere un numero di iscritti pari al 50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Siamo anche riusciti gradualmente a far ripartire tutti i corsi in sicurezza, su prenotazione».

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Diego Cipiccia, amministratore della Tonic, afferma: «Non capisco perché strutture come la nostra, con spazi capaci di garantire il distanziamento sociale ed il rispetto di tutte le misure anti Covid-19 indicate nei protocolli, più la creazione di un'App per prenotare i corsi e tracciare le presenze, debba chiudere». «Abbiamo riaperto il 25 maggio usando tutte le cautele del caso – dice Cipiccia - riducendo gli ingressi tanto da rinunciare al 40 per cento degli abbonamenti. Siamo stati fermi per tre mesi e durante il lockdown abbiamo erogato lezioni online gratuite. E’ vero che le persone preferiscono di gran lunga le attività all’aperto, ma è pur vero che è stato faticoso lavorare con le temperature estive. La gente diffida dei luoghi chiusi in genere, ma alla fine si sta rendendo conto che i protocolli funzionano e anche all’interno delle palestre ci si allena in sicurezza».

Silvia Serafini e Roberta Castellani, della società sportiva dilettantistica Proforma, spiegano che i corsi su prenotazione sono ripresi da poco perché alla Proforma si predilige la lezione individuale. «Il calo c’è ma è minimo -spiegano - abbiamo gli iscritti che vengono da noi da quando abbiamo aperto che si sentono tranquilli, sono molto attenti a seguire i protocolli ed a rispettare le regole».

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Giovanni Scordo, responsabile welfare di Ast e presidente del Clt, si augura che il Governo non voglia davvero andare nuovamente verso una chiusura delle palestre «che svolgono un ruolo fondamentale per tanti giovani e non solo». «Il Circolo Lavoratori Terni continua a sviluppare una grande creatività sociale attraverso attività di accrescimento culturale – dichiara Scordo - e soprattutto sportive, che generano valore nella comunità. Durante il lockdown e nel periodo immediatamente successivo, sono stati realizzati numerosi interventi al Clt e sono state predisposte specifiche procedure e nuove linee guida. E’ necessario che tutti adeguino rigorosamente i comportamenti alle prescrizioni, per contenere la diffusione del Coronavirus, perché solo così potremo evitare un altro lockdown e chiusure delle attività che avrebbero ripercussioni gravi sia a livello economico che sociale».

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Francesco Palanga, socio amministratore di Passepartout Village, registra solo un calo del 25 per cento rispetto al 2019. «Per via dei costi aggiuntivi abbiamo dovuto ritoccare le tariffe relative a qualche corso. La nostra palestra – spiega Palanga – è stata riaperta a fine maggio sia al chiuso che all’aperto. Abbiamo da subito applicato esageratamente tutti i protocolli, in modo che tutte le attività si potessero svolgere in sicurezza, indicando sul pavimento anche lo spazio da occupare per mantenere il distanziamento. Non vedo perché si debba ipotizzare la chiusura di centri in cui la tracciabilità viene garantita e i protocolli scrupolosamente applicati».

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