Selezione elisoccorso, esposto per la prima prova: «Verificare se c'è chi ha commesso illeciti»

Selezione elisoccorso, esposto per la prima prova: «Verificare se c'è chi ha commesso illeciti»
di Michele Milletti
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Domenica 29 Ottobre 2023, 07:00

PERUGIA - Verificare se è stato commesso un «illecito» ed «eventuali soggetti responsabili». Questo il senso dell’esposto depositato ieri mattina in questura da un gruppo di professionisti medico sanitari risultati esclusi dalla prima prova per la selezione indetta dall’azienda ospedaliera di Perugia volta a individuare quindici medici e altrettanti infermieri per il maxi progetto dell’elisoccorso dell’Umbria, che dovrebbe partire a inizio del prossimo anno.

Negli uffici della squadra mobile, la delegazione degli esclusi (una ventina dei quali ha già chiesto alla commissione esaminatrice l’accesso agli atti della prima prova, che a quanto si apprende non è stato ancora concesso) ha consegnato dunque una documentazione in cui non solo ricostruiscono quanto secondo loro accaduto, ma a quanto si apprende è stata anche allegata la perizia di un esperto umbro di alpinismo considerata dagli esclusi importante per fare luce su uno dei punti che considerano oscuri in relazione a questa prova.

LE CRITICITÀ 
Stando sempre a quanto prodotto nel documento, sarebbe stata evidenziata anzitutto come il bando prevedesse una spiegazione delle prove prima che cominciassero ma che, i candidati raccontano, non sarebbe mai avvenuta. 
Ancora. «Chi ha partecipato in alcune valutazioni ha chiesto risultati e dinamiche valutative con scarso esito “tutto era segreto” eseguendo prove senza sapere il metro di giudizio ne tantomeno se vi fossero valutazioni in negativo e non solo in positivo. Ciò ha leso il diritto alla trasparenza dei candidati a tal punto da pensare che questo sia stato fatto per favorire o sfavorire alcuni candidati».
Altro punto critico è rappresentato dalla difficoltà di una delle prove, quella della scalata di una parete rocciosa. Nell’esposto viene rilevata la discrepanza di difficoltà, tra quella indicata nel bando e quella effettivamente riscontrata. Per questo elemento, i candidati esclusi assieme al bando hanno allegato una perizia secondo cui tale parete è da considerarsi di IV grado e in alcuni tratti IV grado superiore. Quindi anche l’abbigliamento tecnico, in particolare le scarpe, sarebbe dovuto essere di altro tipo rispetto a quello che in molti avevano indossato proprio perché (è l’accusa) era stato indicato nel bando un livello di difficoltà evidentemente inferiore.
Viene anche rilevato come ai candidati siano stati, per svolgere queste prove tra camminata in salita, scalata di due pareti e calata per oltre venti metri, forniti imbraghi con longe diverse da imbrago a imbrago e in questo viene vista la possibilità di pregiudicare potenzialmente il risultato di una prova rispetto a un’altra ma in base al caso e non per eventuali meriti o demeriti.
Ultimo punto, che probabilmente ha chiuso il cerchio del malumore: «Alla richiesta di accesso agli atti non c’è stata risposta dell’azienda ospedaliera e pertanto tale atto è stato dovuto per la velocità della calendarizzazione delle prove».

Apparsa «di corsa».

Va detto e ricordato come la commissione esaminatrice abbia immediatamente, attraverso una segnalazione-denuncia, bloccato la seconda prova del 12 ottobre nel momento in cui per i commissari erano emerse anomalie che lo ritenevano necessario. Il riferimento è alla busta vidimata dalla commissione ma ritrovata aperta e senza compito (stiamo parlando della prova scritta, successiva a quella pratica) e all’altra in cui invece di elaborati ne sono stati trovati due. Anomalie cui la commissione ha immediatamente risposto invalidando la prova e denunciando tutto alla Procura, che ha delegato la squadra mobile a indagare per soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.

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