PERUGIA - Cosa può accadere se si prendono i gestori dei due live club più celebri della regione, un’idea imprenditoriale innovativa, una location in pieno Centro storico e un pizzico di sana follia? I perugini potranno scoprirlo aprendo le porte di Taverna36, in via Floramonti. Tapas bar, come direbbe uno spagnolo. Cicchetteria, come verrebbe definita a Venezia. O più semplicemente come lo descrivono gli stessi gestori sarà “il nuovo punto di riferimento dell'arte del bere e mangiare bene”: «Ammetto che tutti ci hanno detto “voi siete matti” - spiega Andrea Orlandi, già anima dell’Urban Club di Sant’Andrea delle Fratte - ma noi siamo convinti di quello che stiamo facendo. L’idea è quella di creare uno spazio che nella nostra regione manca e di cui pensiamo si senta l’esigenza. Un posto dove ascolti musica buona, mangi bene e bevi bene. Perché “36”? È il numero magico… torna in tante cose che riguardano questo progetto».
La Taverna36 ad esempio servirà 36 diversi tipi di gin e in cantina ci saranno 36 tipi di vini, ma ci sono tanti elementi che verranno rivelati pian piano, a partire dal menù: «Giovedì ne presenteremo una prima parte - anticipa Daniele Giraldi, colonna portante dell’Afterlife di Balanzano - perché anche su questo andremo per step. Possiamo dire che ci sarà un’alta rotazione, ovvero utilizzeremo per lo più prodotti del territorio stagionali. Il menù cambierà più o meno ogni mese, con proposte settimanali che lo chef inserirà anche in base anche alla disponibilità delle materie prime.
Dalle prime indiscrezioni pubblicate sui Social l’intento degli ideatori, che oltre a Orlandi e Giraldi vedono nella squadra anche il terzo socio Simone Gentili, si comprende che l’obiettivo è ambizioso. Il locale aprirà in orario aperitivo, per poi proporre a cena una cucina con piatti della tradizione un po’ rivisitata. Ma Taverna36 si candida a diventare punto d’incontro anche per il dopo cena, soprattutto nei fine settimana: «C’è un palco - sottolinea Orlandi - del resto siamo noi, è ovvio che la musica non mancherà! Proporremo progetti abbastanza soft ma sempre ricercati, anche in ambito jazz e blues. Inutile nascondere che c’entra anche ciò che è stato il Contrappunto, locale dove ci siamo conosciuti con Daniele». «Sono passati 25 anni da allora - conferma Giraldi - abbiamo sempre avuto un rapporto di stima reciproca nonostante in molti ci credano acerrimi nemici. Aprire un locale insieme ci permetterà di tornare a fare qualcosa di più affine a quel che facevamo tanti anni fa, anche perché ora c’è un cambio generazionale e vorremmo proporre un nuovo modo di vivere la notte a chi ha più o meno la nostra età. Sarà un po’ come passare dal fare lo stopper al ruolo di trequartista… con la piena libertà di proporre qualcosa di nuovo e bello, sotto il segno della qualità».