Gli operai salvano la fabbrica di ceramica di Città di Castello destinata all'Armenia

Gruppo di operai di Ceramica
2 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Novembre 2019, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:50
L'esempio arriva dall'Alta Umbria, da Città di Castello. Dipendenti col tatuaggio della resilienza e la forza di non mollare mai. Dal rischio di chiusura della fabbrica di ceramica per il trasferimento della produzione in Armenia alla rinascita sotto una nuova denominazione e mantenimento di tutti i vecchi clienti grazie a una cooperativa.

L’Umbria che non si arrende, che continua a investire ed a impegnarsi per creare lavoro e sviluppo. Un piccolo gesto, ma pieno di significato, il nuovo logo sulla pelle che gli 11 lavoratori si sono tatuati a luglio per far capire a tutti quanto credevano nelle loro competenze e professionalità. Quegli operai di Ceramisia ai quali la scorsa estate era stata comunicata la delocalizzazione in Armenia. Messi fronte alla possibilità di perdere il lavoro hanno deciso di investire su di loro. Si sono uniti in cooperativa e hanno fondato Ceramica Noi, investendo nella cooperativa 180 mila euro, acquistando i macchinari utilizzati dalla vecchia proprietà e affittando il capannone. E così hanno riconquistato i vecchi clienti, per il 90 percento negli Stati Uniti, riuscendo a non fermare la produzione.

Dopo mesi di lavoro intenso la "nuova" azienda, nello scorso novembre, ha quindi, aperto le porte della fabbrica alla città per festeggiare il successo della fase di start-up e per ringraziare le tante persone ed imprese che hanno sostenuto il loro avvio.

All’inaugurazione ha partecipato anche il Comune di Città di Castello con l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Bassini che ha lodato il coraggio e la professionalità dei soci di Ceramica Noi: «Sono tre anni che mi occupo di persone che hanno perso il lavoro e credo che esperienze come queste ci possano dare la speranza di un diverso recupero delle attività del nostro territorio».

In rappresentanza di Legacoop Andrea Bernardoni,che ha seguito nella fase di start-up la cooperativa. «Non è stato facile – afferma Marco Brozzi, presidente di Ceramica Noi – ma è stato molto bello. Ci siamo impegnati tutti per far ripartire la fabbrica nel minor tempo possibile. Abbiamo lavorato anche 14 ore al giorno ma ci siamo riusciti. Oggi abbiamo organizzato questa festa per ringraziare tutte le persone che ci hanno dato fiducia a partire dai clienti e dai fornitori che ci hanno permesso di ripartire subito a pieno ritmo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA