A Terni i magrebini si radunano per tifare, ma è la Francia che va in finale: "però abbiamo fatto la storia"

A Terni i magrebini si radunano per tifare, ma è la Francia che va in finale: "però abbiamo fatto la storia"
di Paolo Grassi
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Venerdì 16 Dicembre 2022, 08:32

Un grande televisore, accanto a una grande bandiera del Marocco. Davanti, un nutrito gruppo di persone, sotto una veranda, per vedere insieme la partita e fare il tifo. Stavolta, però, non c'è stata la festa in piazza, visto che in finale va la Francia. Ecco come hanno vissuto tanti magrebini che vivono a Terni la semifinale dei Mondiali del Qatar. Tutti al bar Clio per tifare insieme. La prima semifinale per il Marocco, la prima per una squadra africana. «Comunque vada a finire, io sono contento. Abbiamo pur sempre scritto la storia». Così diceva all'intervallo tra primo e secondo tempo, con la Francia al riposo in vantaggio 1-0, un giovane tifoso venuto a prendere le pizze da asporto. Anche se il sogno della finale è sfumato, il Marocco resta la squadra rivelazione di Qatar 2022. Contro i campioni del mondo, i rossoverdi nordafricani giocano bene. Al bar si trepida, si tifa, ci si dispera a ogni gol sfiorato. Con compostezza e grande sportività. Qualcuno si lascia scappare pure incitamenti in italiano. E così, ci scappa un "Forza Marocco!", o un "Tira in porta!". Ma anche qualche "Che c... fai?!" Ma c'è clima di festa e gioia. «Queste persone - dice Massimo Palluotto, titolare del bar - vengono qui anche perché molti sono amici di una mia dipendente, loro connazionale. Guardano la partita, tifano. Un po' di fervore c'è, chiaro, visto che chi segue il calcio, a prescindere dalla nazionalità, ha lo stesso sangue. Ma sono sportivi». Il Marocco attacca e cerca il pari, ma poi è la Francia a raddoppiare. E c'è chi ripone bandiere e vessilli. Come fa Kibira, che spiega: «Quando si va 2-0 e mancano pochi minuti alla fine, non c'è più niente da fare. Contenti? Sì. Anche se sarebbe stato meglio se avessimo vinto. Però siamo felici lo stesso». Passano delle pattuglie della polizia in piazza Valnerina, lei le indica e dice: «Vede? Erano pronte al servizio d'ordine per la nostra festa... ma purtroppo non c'è stato bisogno». Molti, in questo risultato, ci hanno visto anche un bel messaggio sociale, fatto di integrazione: «Sono state partite più simboliche che sportive - spiega Mezan - proprio perché è stato un mondiale che ha messo in evidenza l'aspetto stesso dell'integrazione. Il calcio deve legare insieme tutti quanti». Ahmed commenta: «Essere giunti in semifinale è stato comunque un grande traguardo. Già era tanto superare un girone difficile, con Belgio e Croazia. Ma siamo riusciti pure a battere la Spagna agli ottavi e il Portogallo ai quarti». Tutti elogiano il gioco di squadra della nazionale magrebina: «Non c'è stato un giocatore su tutti - dicono - ma una grande prestazione di squadra e il gioco del ct, Walid Regragui». Il sogno della finale dunque, è svanito. Resta, però, l'impresa. «Ma noi - dicono i sostenitori magrebini ternani - sabato saremo di nuovo qui, per la finale del terzo posto». E la storia continua.

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