176,8 milioni di euro tra fisico (69,8 milioni) e digitale (107 milioni): è il valore del fatturato del mercato dell’audiovisivo italiano nel 2021, che dopo il calo registrato nel 2020, in piena pandemia, torna a muoversi, seppur lentamente. Ma con segnali interessanti. È questa la tendenza fotografata da GfK Italia per conto di Univideo, l’associazione italiana che rappresenta gli editori audiovisivi
Il supporto fisico regge
Il Rapporto Univideo 2022, che è stato presentato questa settimana a Roma, a Cinecittà, rivela che il prodotto fisico ha fatto registrare nel 2021 un fatturato pari a 69,8 milioni di euro, quasi il 40% del totale delle vendite considerando anche le edicole.
ll prodotto audiovisivo fisico seppur in progressivo calo negli anni, mostra nel 2021 rispetto ai consumi un interessante processo di evoluzione: il supporto 4k Ultra HD nell’ultimo anno ha registrato in termini di vendite una decisa crescita: +26,9% in valore e +19,8% in volume, con circa 190 mila copie acquistate dai consumatori. Gli ultimi mesi del 2021, complice l’allentamento delle restrizioni legate al Covid-19 e la parziale ma significativa ripresa delle uscite cinematografiche, sono stati caratterizzati da un maggior valore nelle vendite (circa un quarto) grazie alle novità che insieme ad un catalogo sempre molto ricercato e di qualità, compongono la dieta mediale del consumatore di prodotti audiovisivi fisici.
Il consumo si diversifica
Uomini e donne, giovani e adulti che ricercano nell’home entertainment svago e divertimento puntando ad un consumo ampio e diversificato in termini di generi. Il digitale rappresenta il 60,5% del fatturato dell’audiovisivo nel 2021. E rispetto all’anno precedente – valutato come eccezione visto il periodo pandemico – si registra una certa stabilità nella propensione al consumo di serie tv e film, favorita anche dalla crescita nell’utilizzo di smart tv: “Il Rapporto Univideo 2022, realizzato in collaborazione con GfK Italia contiene dati interessanti e significativi su entrambi i fronti dell’offerta e dei consumi di contenuti d’intrattenimento e culturali – spiega Pierluigi Bernasconi, Presidente di Univideo – mostrando quanto le aziende del nostro comparto, ovvero la rappresentatività del settore dell’intrattenimento domestico in Italia, nonostante il periodo complicato che stiamo attraversando, si siano dimostrate attente alle evoluzioni industriali e di consumo del nostro settore, intercettando i cambiamenti in atto da parte dei consumatori. Appare evidente come la dieta mediale dei fruitori di prodotti di intrattenimento audiovisivo stia cambiando. Si sta andando sempre più verso una multicanalità diffusa, dove a contare è il valore del contenuto che ritorna al centro delle dinamiche sociali e culturali del nostro Paese. Siamo in un momento di trasformazione e, come industria, non possiamo che favorire questa congiuntura dal carattere valoriale, dando sempre più spazio ad un’offerta di contenuti, sia su supporto fisico, sia in forma digitale, competitiva e proiettata ad una migliore qualità della vita delle famiglie e più in generale dei consumatori italiani”.