“Non mentire” con Alessandro Preziosi e Greta Scarano: «Così si lotta contro stupri, stalking e fake news»

Greta Scarano e Alessandro Preziosi in una scena di "Non mentire"
di Paolo Travisi
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Martedì 29 Gennaio 2019, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 18:56

“Uno stupro non è un equivoco”. E’ una delle battute chiave che pronuncia l’insegnante interpretata da Greta Scarano, raccontando della (presunta) violenza subita dall’affascinante chirurgo, Alessandro Preziosi, nella serie “Non mentire” in onda su Canale 5 (a partire dal 17 febbraio per 6 puntate).
 

 


La fiction, tratta da un prodotto inglese “Liar”, è stata attualizzata alla realtà italiana, partendo da un ipotetico caso di violenza sessuale: una donna che accusa un uomo di averla stuprata, alla fine di un primo appuntamento. Lui, stimato professionista di Torino, nega e non ci sono prove del presunto reato. Lei, docente d’italiano in una scuola superiore, riceve il sostegno dalla famiglia, ma al di fuori degli affetti, sembra che nessuno voglia credere alla sua storia. Neanche chi sta indagando.
 


Il regista Gianluca Maria Tavarelli, già autore di fiction di successo (Paolo Borsellino, Il giovane Montalbano), dirige un thriller dal ritmo serrato, prendendo spunto dall'attualità, sempre in equilibrio tra menzogna e verità. Raccontando il punto di vista dell’uno e dell’altro, così da porre lo spettatore all’oscuro degli sviluppi. “Ho voluto fare questa serie perché pensavo ce ne fosse bisogno considerata la ricchezza dei temi toccati: anzitutto la storia di una donna, poi la potenza dei social, la difficoltà nel capire se una notizia è vera o falsa, i rapporti amorosi complessi dei giorni nostri. Mi sembrava una storia davvero contemporanea, ma raccontata con i toni del giallo, che tiene lo spettatore agganciato, pur parlando di storie profonde, perché non sempre chi sta davanti alla tv ha voglia di seguire una lezioncina” considera Tavarelli alla conferenza stampa di presentazione.

“Sono fiera di questa serie, e in un momento storico complesso, credo che noi come industria di intrattenimento, abbiamo fatto il massimo possibile, con grande serietà ed impegno. Lo sforzo nella mia interpretazione è stato di entrare in empatia con chi denuncia tali violenze, e come attrice cerco sempre di fare un lavoro chirurgico sui personaggi, senza giudicarlo” racconta la co-protagonista Greta Scarano. Per Alessandro Preziosi “con questa serie abbiamo la possibilità di far riflettere sul tema della verità, che in alcune situazioni mette in pericolo la vita delle persone e mi riferisco a quelle persone che oggi sono a bordo di una nave e non possono scendere. Io non parlo mai dell'attualità, ma sembra che oggi non sia possibile neanche manifestare una propria verità senza essere ricattati politicamente” dice l'attore riferendosi al caso della SeaWatch.

C'è anche lo stalking tra i temi affrontati nella serie di Tavarelli. Ne parla Preziosi. “Io non ho mai subito questa forma di violenza, e da uomo riesco a difendermi, ma ho dovuto proteggere chi mi stava vicino, perché c’erano persone ossessive che mandavano lettere, o si presentavano fuori dalle abitazioni private. E’ stato risolto molto velocemente grazie all’intervento della polizia”.

I social invece vengono usati dalla protagonista femminile quasi per difendersi da un verità che non viene a galla. “Io non ho Facebook, ma leggo i giornali e sono disinteressata alle bufale. Crescendo ho capito che bisogna prendere con molta cautela quello che si legge sui social. Ho una sorella più piccola che spesso mi manda notizie su di me, e sono sempre bufale. Capisco che sia importante per la mia professione e non giudico chi lo fa, ma a me non piace condividere, che è l’elemento fondamentale dei social” commenta l'attrice a cui fa eco Preziosi.

“Un tempo le fake news riguardavano solo il gossip più leggero. Mi hanno fatto sposare un paio di volte, affibbiato amanti che non ho. L’editoria spesso fa anche questo. Ma avere dei siti che lavorano sulla demistificazione della realtà, porta ad eventi che possono anche essere irreparabili. Le notizie sui giornali, spesso sono troppo frammentate e brevi, per dare la possibilità a chi legge di farsi un'idea”.

 

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