Marina Cicogna, dopo la vittoria del David di Donatello alla carriera arriva a Domenica In per raccontarsi. La nota produttrice cinematografica nello studio di Mara Venier torna a parlare del fratello, Bino. «Eravamo quasi coetanei, ma molto differenti di carattere. Ha avuto una sorella che aveva più personalità e forza di lui e penso che un pochino abbia vissuto alla mia ombra».
Marina Cicogna a Domenica In, il dolore per il fratello morto
Anche lui, come la sorella, ha ripercorso le stesse orme, diventando un importante produttore e sceneggiatore italiano, ma la vita non è stata facile. «Quando hanno deciso che mi sarei dovuta occupare della Eurofilm e lui fu messo a gestire le finanze, gli rovinarono la vita.
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Il suicidio
Bino Cicogna è morto suicida. Si tolse la vita il 17 dicembre 1971, soffocandosi con il gas a Rio de Janeiro in Brasile dopo un periodo veramente difficile. «Il suicidio ti colpisce perché ti senti sempre un po’ colpevole per non aver fatto abbastanza e non aver capito come una persona veramente sta». Non si da pace la Cicogna. «Lui l’ho visto due o tre giorni prima, mi disse che andava a Rio e partì con un passaporto fasullo, successero un sacco di cose, ma questa roba non mi sembrava potesse condurlo ad un gesto di quel tipo. Ad un certo punto disse a mio padre che voleva gli comprasse una fattoria nel nord del Brasile. Lui gli disse di stare un po’ di mesi lì per vedere come andava, lo prese come un rigetto e la mattina dopo lo trovarono morto»
Chi era Bino Cicogna
Nato a Roma il 29 novembre del 1935, Bino Cicogna – all’anagrafe Giuseppe Ascanio Cicogna Mozzoni – era figlio di Cesare Cicogna e Annamaria. Si sposò nel 1962 con Gioconda Gallardo Moreno, dalla quale ha avuto due figli, poi si separò. Vittima di problemi economici dovette ridimensionare la sua vita, ma a gettarlo nel buio più totale lo scandalo in cui rimase coinvolto. Nel 1972 il suo nome venne coinvolto nello scandalo del Number One, popolare nightclub romano finito al centro di un'inchiesta per un giro di cocaina