Una scelta, questa della trasposizione dei romanzi in costume di Camilleri, ovviamente senza il commissario Montalbano, «nella quale sicuramente vogliamo continuare», afferma Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, sottolineando che «l’attenzione all’estero per questo prodotto è già forte e se il numero dei film tv cresce si creerà ancora più interesse». Per Carlo Degli Esposti che, insieme a Nicola Serra e con Max Gusberti firma una produzione targata Palomar in collaborazione con Rai Fiction, l’obiettivo è di «almeno un titolo all’anno, potendo anche due». Fra il dire e il fare c’è di mezzo l’autorizzazione di Camilleri che è molto attento a dare il “via libera” alla trasposizione dei suoi titoli storici. Il plot de “La stagione della caccia” intreccia, nella Sicilia immaginaria ma non troppo di Camilleri, a fine 800, la decadenza della nobiltà all’emergere di figure borghesi; oppure, su un altro piano, l’ossessione per il patriarcato con la fuga, anche nella morte, o il riscatto, anche nella solitudine, della condizione femminile; o ancora, un piccolo torto con una grande vendetta. Il tutto con una pioggia di morti ammazzati, o forse no, un impianto da tragedia con toni e coloriture da commedia e uno strizzar d’occhi al feuilleton, fatti salvi finale e complessità dei personaggi.
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