Lazio, Lotito: «Milinkovic ha voluto andarsene, rifiutai 100 milioni da una big italiana per tenerlo. Lo stadio? Ecco come stanno le cose»

Il presidente biancoceleste ha parlato di tanti temi caldi

Lazio, Lotito: «Milinkovic ha spinto per andarsene, rifiutai 100 milioni da una big italiana per tenerlo. Lo stadio? Ecco come stanno le cose»
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Lunedì 11 Settembre 2023, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 13:29

Torna a parlare Claudio Lotito. Il presidente della Lazio è intervenuto su Rds a Radio Serie A per commentare tutti i principali temi biancocelesti, cominciando dagli abbonamenti, che hanno raggiunto la quota record dei 30 mila: «La tifoseria ha capito che c'è un progetto serio. Quando presi la società questa fatturava 84 milioni ne perdeva 86,5. Siamo riusciti a risanarla, dopo la Juventus siamo quelli che hanno vinto più di tutti e ora lavoriamo per dare maggior soddisfazione ai tifosi con il bel gioco e l'organizzazione. Abbiamo un centro sportivo all'avanguardia, vediamo se i risultati sportivi avvaloreranno questi sforzi. Bisogna essere convinti della bontà del proprio progetto, io sono sicuro che il tempo dimostrerà che certe scelte sono positive. I tifosi lo meritano, non si sono mai discostati dalla società  anche nei momenti di difficoltà».

Lazio, obiettivo raggiunto: la campagna abbonamenti arriva a quota 30mila. Domani i biglietti per l'Atletico Madrid

«Milinkovic se ne è voluto andare. Siamo da Champions»

L'addio di Milinkovic è ancora una ferita aperta nel cuore dei tifosi: «Noi non abbiamo mai ricevuto offerte concrete da parte dei top club europei.

L'unica vera proposta fu da parte di una squadra italiana, di cui non farò il nome, che offrì oltre 100 milioni di euro. In passato ho declinato un'offerta importante perché avevo preso l'impegno con Inzaghi e inoltre non avremmo fatto in tempo a sostituire Sergej, dato che quell'estate il calciomercato chiudeva a metà agosto. Fu un errore chiudere prima il calciomercato, come è tutt'ora sbagliato chiuderlo alle 20 dell'ultimo giorno e non a mezzanotte come negli altri campionati importanti. La scelta di Milinkovic è stata personale: noi non lo volevamo vendere e sono arrivato a offrirgli anche ingaggi importantissimi, ma prima della fine del campionato mi aveva detto che avrebbe voluto fare una nuova esperienza".

La Lazio è finalmente pronta a tornare in Champions League: «Abbiamo allestito una squadra che ha, a livello di qualità e numerico, tutto per competere in entrambe le competizioni. La Lazio lo scorso anno aveva fatto una valutazione. Noi riteniamo che la Conference League è una competizione che non sia di interesse della Lazio; diversa è la Champions, competizione che dà  risorse straordinarie e grande visibilità. Atletico Madrid? Dobbiamo verificare lo stato di condizione sia fisica che psicologica di tutti quei giocatori che sono in nazionale sperando che arrivino in condizione e che non vengano menomati in termini di prestazione dagli sforzi profusi».

 

Stadio e Nazionale

Lotito ha anche parlato del progetto del nuovo stadio della Lazio: «Dobbiamo fare uno impianto efficiente, che sia adeguato alle esigenze di club e tifosi, e che porti valore aggiunto. Quando costruisci uno stadio fuori città, devi crearci attorno un nucleo residenziale per farlo funzionare 360 giorni all'anno. Viceversa, se ristrutturi uno stadio dal valore storico, devi capire che alcune attività di ricavo non potrai mai metterle in campo. Il Flaminio non può efficientare al meglio i ricavi. A Roma è molto complicato realizzare uno stadio ex novo; io 20 anni fa proposi di costruirlo su un terreno della mia famiglia, vicino allo svincolo per l'autostrada, e mi fu impedito dall'amministrazione Veltroni. Per me fu un errore, sarebbe divenuto uno stadio all'avanguardia».

Sulle possibilità che l'Italia di Spalletti si qualifichi ai prossimi Europei, in programma in Germania nel 2024: «Non sono un mago, abbiamo tutte possibilità per riuscirci. Dico una cosa però: di giocatori se ne trovano tanti, di allenatori tanti, ma di presidenti pochi. Bisogna creare quell'alchimia non solo legata alla capacità tecnica, ma all'ambiente a 360 gradi. Io un minimo di competenza nel ruolo l'ho acquisita, e so che un presidente è fondamentale perché deve avere la capacità di stimolare e far esprimere al meglio i giocatori, oltre che la capacità di far credere in un progetto. È come il padre di una famiglia, un punto di riferimento».

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